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Arroganze continue

Il cargo Rachel Corrie (qui presentato con il nome precedente)

A quanto pare, una nuova nave (il cargo Rachel Corrie) starebbe tentando di rompere l’assedio navale di Gaza. Israele l’ha già individuata, ma non l’ha ancora abbordata.

Chiariamo: se la nave entra in acque israeliane e non ascolta le indicazioni delle autorità locali che su tali acque hanno giurisdizione, diventa automaticamente una minaccia per la sicurezza, come sarebbe un aereo che non risponde alla torre di controllo, e come tale andrebbe trattato. L’aereo verrebbe abbattuto (e poco importa se le comunicazioni sono interrotte solo perché il pilota si è distratto), la nave abbordata (magari con un po’ più di strategia rispetto alla volta precedente) o pure affondata (e i naufraghi arrestati, identificati ed espulsi).

Non c’è nulla da eccepire a riguardo (ma comunque Erdogan, Hamas, Ahmadinejad e compagnia bella lo faranno lo stesso): una nave che entra nelle acque territoriali di uno Stato deve adeguarsi alle leggi di quello Stato. Se non lo fa, ne subisce tutte le conseguenze. Data la visibilità che i cosiddetti pacifisti hanno ricevuto, far arrivare gli aiuti umanitari a Gaza sottoponendosi alle ispezioni israeliane dovrebbe essere un gioco da ragazzi, anche perché se quegli aiuti non vi arrivassero, Israele avrebbe ancor più occhi puntati contro e l’assedio sarebbe percepito ancor più illegale di quanto non sia adesso. Insomma, una via pacifica per risolvere la questione aiuti c’è eccome, perché il mondo dopo la strage della Flottilla guarda Israele.

Il punto è che non credo più alle intenzioni pacifiche di quei “cosiddetti” pacifisti. Il premier turco Tayyip Erdogan ha affermato che su una delle prossime navi ci sarà anche lui e Israele non potrà fermarlo (o sarà guerra, aggiungo io). Il tutto per una questione squisitamente politica, con Ankara che vuole affermare la propria forza in tutta la regione facendo la voce grossa con l’unico “Paese estraneo” dell’area. E questo è tutto fuorché pacifista.

La situazione nella polveriera del mondo sta degenerando a causa delle arroganze che ogni parte compie. Prima l’abbordaggio sciagurato della Flottilla da parte di Israele, adesso quella di Erdogan. Prima ancora l’arroganza di Hamas che si rifiuta di dialogare con Israele, dall’altra Sharon che scatena una guerra per fini politici andando sulla Spianata delle Moschee, e così via a ritroso per decenni. Continuo a credere che in questa situazione schierarsi da una parte o da un’altra significa finire in malafede, perché nessuno è immune da gigantesche colpe per ogni singola goccia di sangue versato.

La differenza, stavolta, è che il conflitto potenziale appare più ampio rispetto ai confini cui siamo abituati e i Paesi lì intorno stanno tutti preparandosi con adeguati deterrenti. Basti pensare all’Iran, che vuole l’atomica per evitare invasioni da parte degli Stati Uniti come già in Afghanistan e Iraq (come poi è stato dimostrato, le armi di distruzione di massa non c’erano, e Bush e compagni lo sapevano, perché se ci fossero state non avrebbero invaso l’Iraq – si legga la Teoria del pazzo).

Avanti di questo passo il 2010 rischia di essere ricordato per una guerra che sarà molto difficile da gestire (poi ci sarebbe anche la seconda guerra di Corea che rischia di buttare il mondo in malora). Ce la stiamo andando proprio a cercare, la fine del mondo entro il 2012… altro che profezia Maya.

Photo credits | Freegaza.org (rilasciata in CC-BY-SA)

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