Il ghepardo è un bellissimo animale, è molto veloce, ma solo per un brevissimo tempo: infatti può correre solo per una quarantina di secondi al massimo, poiché il suo cuore non resiste. In quei quaranta secondi il ghepardo deve agguantare la gazzella o rischia di morire di fame. E siccome il ghepardo non è un animale fesso, tenderà ad attaccare una gazzella che presenta qualche debolezza, ad esempio una gazzella con qualche menomazione, o vecchia.
Chiaramente gli speculatori sono il ghepardo, le gazzelle i vari Stati.
È chiaro che i PIIGS (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna), che non sono stati virtuosi e, nel caso della Grecia, addirittura sono colpevoli di avere falsificato i bilanci, sono le gazzelle deboli. Ed è altrettanto chiaro che gli speculatori attacchino loro, perché sono i Paesi più deboli. La dichiarazione inversa (quei Paesi sono deboli perché li attaccano gli speculatori) è falsa. Anzi, assurda.
Altrimenti perché gli speculatori non attaccano la Germania, che è una torta ben più grossa? Perché sarebbero come un moscerino che vuole divorare un elefante. Se provassero ad attaccare la gazzella Germania, stramazzerebbero al suolo, perché la Germania ha i conti in ordine. ((«Cancelliera, siamo sotto attacco!» «Chi, cosa? L’Iran, la Corea del Nord, la Francia?» «No, gli speculatori!» «Ma vaffan… torno a dormire…»))
I PIIGS sanno benissimo che se sono sotto attacco la colpa è della propria debolezza, non di qualche strano allineamento di pianeti. Ma dicono comunque che è tutta colpa degli speculatori per due motivi: o tentano di mascherare la propria incapacità poiché sono al governo da anni e non sono stati in grado di consolidare la crescita (è il caso di Italia e Spagna, pur con profonde differenze sfavorevoli per l’Italia) o è un tentativo di cementare l’unità nazionale contro un fantomatico nemico esterno e quindi di far accettare le necessarie misure di austerity (è il caso della Grecia, dove il governo di centrosinistra ha trovato bilanci falsificati lasciati dal centrodestra).
Ma in entrambi i casi si tratta di disperazione: nel primo caso è chiaro che non si riesce ad avere un’idea di come uscire dalla crisi (voglio vederlo Tremonti, a trovare 25 miliardi senza alzare le tasse e a fare ripartire la crescita – ti sei pentito di non avere fatto uno scudo fiscale al 40% come negli altri Paesi, quelli civili, vero Giulio?), nel secondo esistono dei sindacati e un’opposizione che, irresponsabilmente, pensano al proprio orticello, senza pensare che con il loro atteggiamento lo condannano alla desertificazione.
Photo | James Temple
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