Non potete togliere il diritto di votare chi voglio che mi rappresenti. Questo è il motivo per il quale negli ultimi giorni si sta demolendo lo Stato di diritto con un decreto che di fatto sospende parte della Costituzione, con la controfirma di Giorgio Vittorio Emanuele Napolitano III, che poi si è pure divertito a prenderci in giro sul sito del Quirinale, in una sbroccata che poteva veramente evitare.
Il punto è un altro: se l’elettore (onesto) medio del PdL fosse in grado di pensare dopo questo pasticcio il PdL non lo voterebbe più, perché non vorrebbe farsi rappresentare da incapaci che non sanno neanche guardare un orologio. Gente del genere potrebbe mai guidare una Regione? Potrei mai affidare i miei figli a gente che va a farsi un panino mentre doveva stare in una certa stanza a fare il suo dovere, un compito che avrebbe potuto assolvere un qualsiasi mammifero?
Leggendo gli ultimi sondaggi, noto che, per fortuna, la popolarità del governo crolla e il PdL perde punti, meno male, significa che qualcuno la pensa come me. Se il mio partito di riferimento non rispettasse la scadenza nella presentazione delle liste o se addirittura presentasse firme false o commettesse altri reati come è successo in Lombardia e Lazio, io il mio voto glielo toglierei e non ci sarebbe alcun decreto salva liste che mi farebbe cambiare idea. E non mi strapperei i capelli se venissero esclusi, perché io non voglio essere rappresentato da cretini, incapaci o addirittura criminali: ma vi pare che chi non riesce neanche a presentare delle liste possa governare una Regione? Basta guardare Formigoni per avere la risposta, visto che non governa da quindici anni.
Solita chiosa: in un Paese civile nella medesima situazione i dirigenti del partito si sarebbero scusati e si sarebbero dimessi, andando poi in Africa (ma sul serio, mica a parole come Veltroni). Poi voglio vedere se riprovano a fare di nuovo gli stessi pasticci. Fosse successo in Giappone, il dirigente colpevole si sarebbe sdraiato a terra durante la conferenza stampa di dimissioni, chiedendo scusa e ripetendo alle telecamere “sono un cogl**ne”. E solo così e con nuovi dirigenti quel partito si sarebbe riguadagnato il mio voto. Non a queste elezioni, però: alle prossime.
Poi voglio vedere se avranno il coraggio di fare altre scemenze la prossima volta.