La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il lodo Alfano. Fra i vari vaneggiamenti tirati fuori dal centrodestra per attaccare la Corte ce n’è uno relativo a una questione di diritto, tirato fuori dal cappello del ministro della Giustizia Angelino Alfano. Possiamo riassumerlo così: «la Corte Costituzionale ha ribaltato la propria decisione del 2004, perché noi abbiamo corretto il lodo Schifani visto che andava in conflitto con l’articolo 24 della Costituzione, insomma abbiamo fatto proprio come ha detto la Consulta». Conseguenza implicita che offre il fianco a Bonaiuti e Gasparri: il ribaltamento della decisione è dovuto al fatto che dal 2004 al 2009 la Consulta si è riempita di comunisti, grillini, dipietristi, atei e razionalisti.
Ovviamente è tutto falso. Nel 2004 si vide lo stesso copione, ovvero i tribunali avevano chiesto alla Consulta di dichiarare incostituzionale il lodo Schifani in base a vari articoli della Costituzione.
I giudici costituzionali nel 2004 presero il lodo Schifani, lo esaminarono in base a un vizio (relativo all’articolo 24), andarono ai voti e stabilirono che era incostituzionale. Fatto questo non c’era più bisogno di andare avanti e perdere tempo per decidere se una legge già incostituzionale fosse incostituzionale anche per altri motivi, non serve a niente, perché in quel momento la legge era già fuori dall’ordinamento e non c’era più nulla da dire.
Si chiama assorbimento dei vizi, ed è un istituto nato per economia processuale. Se una legge è illegittima per un motivo, non serve cercare altri motivi per renderla illegittima, perché lo è già. Spero sia chiaro.
Nel 2009 la destra riscrisse il lodo Schifani modificandolo secondo i rilievi della Consulta del 2004, e questa nuova legge, il lodo Alfano, è ritornata alla Consulta. Che cosa è successo poi?
La Consulta ha riletto il lodo, e si è chiesta: “Il tribunale di Milano dice che questa legge è incostituzionale in base agli articoli 24, 3, 138 eccetera. Cominciamo dall’inizio: questa legge è incostituzionale come l’altra volta, per 24 Cost.?”. Hanno letto e hanno detto: “No, il centrodestra l’ha corretta per bene, andiamo avanti: è incostituzionale per l’articolo 138 (o 3) Cost.?”. Hanno discusso, hanno votato e hanno deciso che è incostituzionale (sia chiaro, non so come sia andata esattamente, questa è un’approssimazione).
Insomma, la Corte non ha bisogno di rispondere a tutti i rilievi che le fanno, perché sarebbe una perdita di tempo. Il loro compito è trovare un solo motivo per rendere incostituzionale una legge o una sua parte. Una volta che l’hanno trovato, basta, stop, finito.
Per questo motivo non c’è stato alcun tipo di ribaltamento da parte della Corte Costituzionale e quindi il ministro della Giustizia Alfano o non conosce il diritto, la materia di cui è responsabile o mente per motivi politici affossando non solo l’istituzione Corte Costituzionale, ma soprattutto la Giustizia di cui dovrebbe essere garante.
In un Paese normale, domani avremmo un nuovo ministro della Giustizia.