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La faccia come la faccia di Marina

Stasera ho visto un bel film comico, ma non ho riso tanto quanto dopo aver letto la seguente storia.

Sulla condanna al pagamento di 750 milioni di euro da Fininvest alla Cir di Carlo De Benedetti, scrive la prima: «In attesa di conoscerne le motivazioni [della sentenza] la Fininvest ribadisce la correttezza del suo operato, la validita’ delle proprie ragioni e degli elementi che sono stati addotti per sostenerle». In tutto questo si dimenticano delle condanne per corruzione: Fininvest comprò la Mondadori in ragione di una sentenza COMPRATA da un giudice CORROTTO, c’è una sentenza definitiva, i magistrati hanno dimostrato tutti i passaggi di denaro dalla All Iberian di Silvio Berlusconi (che come sempre non sapeva nulla, se gli rubi il letto su cui dorme ad Arcore è capace che manco se ne accorge) fino a Previti e fino a Pacifico e Metta (quest’ultimo poi è geniale, quando riceve i soldi quasi esce pazzo).

Brevemente la storia del cosiddetto lodo Mondadori per chi se la fosse persa: gli eredi Mondadori decisero di vendere le azioni della compagnia a De Benedetti, poi all’improvviso cambiarono idea e vendettero a Berlusconi, De Benedetti giustamente s’incazzò e si andò in arbitrato, che diede ragione a De Benedetti. Berlusconi fece ricorso alla giustizia ordinaria, si comprò le sentenze (pardon, Previti comprò le sentenze coi soldi di Berlusconi senza che Berlusconi ne sapesse nulla, per quanto miracoloso possa essere) e si prese la Mondadori. Poi si scoprì tutto il malaffare, Previti e i giudici vennero condannati in via definitiva, ma la Mondadori era ormai nelle tasche di Berlusconi, da allora per sempre. A De Benedetti non restò che chiedere il risarcimento per il mancato guadagno che sarebbe derivato dalla SUA Mondadori, oggi quantificato in tre quarti di miliardo di euro (voi avete presente quanto è grossa la Mondadori, no?).

Questo è avvenuto vent’anni fa, e nel frattempo Fininvest, ovvero Silvio Berlusconi, ha fatto un sacco di soldi che sarebbero potuti [dovuti] finire nelle tasche di De Benedetti. 750 milioni mi sembra veramente il minimo, e sfido chiunque a dire il contrario: qua la politica non c’entra un accidenti.

Ma le cose più divertenti le dice Marina Berlusconi (che per inciso è la figlia di Silvio):

Il presidente di Fininvest, Marina Berlusconi, parla “di verdetto incredibile e sconcertante'” riferendosi alla decisione del Tribunale civile di Milano che ha condannato Fininvest a versare alla Cir 750 milioni di euro di risarcimento nell’ambito della vicenda del Lodo Mondadori.

E perché, Marina cara?

Non posso non rilevare – sottolinea Marina Berlusconi – che questa sentenza cade in momento politico molto particolare.

Cosa? Sono duemila anni che va avanti questa storia, i re magi ai tempi loro s’erano già rotti le scatole e tu dici che cade in un momento particolare? Sono quindici anni che sono momenti particolari e tuo padre non si fa processare, e già da due la sentenza sul lodo è definitiva. E questa qui parla di “momento particolare”. Ma continua:

Non posso non rilevare che da’ ragione ad un Gruppo editoriale [alla Cir fanno capo L’Espresso e la Repubblica, ndTooby] la cui linea di durissimo attacco al presidente del Consiglio [che è sempre suo padre, ndT], per non dire altro [eh, per suo padre ho in mente certi epiteti…, ndT], e’ sotto gli occhi di tutti. Sbaglia pero’ chi canta vittoria troppo presto

Insomma, secondo Marina Berlusconi, la sentenza è politicizzata: i giudici comunisti hanno dato ragione a quel comunista di De Benedetti. Voi non sarete nuovi a questi deliri, tale padre tale figlia, come ho già detto il risarcimento è dovuto oltre ogni partigianeria: la Mondadori fu rubata a De Benedetti, quindi la Fininvest possiede qualcosa che non dovrebbe avere, e deve riparare al danno ingiusto cagionato a De Benedetti. Pensate a questo esempio: vi rubano qualcosa, tempo dopo beccate il ladro che nel frattempo ha venduto la refurtiva a un ricettatore che poi l’ha rivenduta a chissà chi. Il minimo che possiate ottenere è un risarcimento, è giusto o no? Fuor di metafora, il ladro è Cesare Previti, il ricettatore è Fininvest, il quale “ribadisce la correttezza del suo operato” (cit.), che è una persona onesta, innocente (immagino sia la frase più detta nelle patrie galere), ma deve comunque restituire al derubato almeno il valore della cosa, se non la cosa stessa (che poi il ricettatore diventa presidente del consiglio, si cambia le leggi a piacimento, non va in galera per ricettazione, eccetera, è un altro discorso).

Ah, Silvio, quella barzelletta del fatto che tu non ti occupi delle tue aziende quindi non c’è conflitto d’interessi dovresti raccontarla pure a tua figlia, visto che parla di fatti di aziende non tue e di cui non ti occupi come se fossero tue.

La faccia come la faccia di Marina.

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