In questi giorni si è votato in Parlamento lo scudo fiscale. Cos’è in breve: è una protezione che lo Stato offre a chi ha commesso una determinata serie di reati finanziari (evasione fiscale, falso in bilancio…) e ne ha nascosti i proventi all’estero. Lo Stato ti dà la possibilità di riportare i soldi in Italia, pagando una modica cifra, e se la magistratura, un giorno, scoprisse i tuoi reati, tu saresti protetto come dietro ad uno scudo.
Il centrodestra sta proteggendo questa legge in molti modi: Maurizio Gasparri qualche giorno fa a Ballarò sminuiva la portata dei capitali all’estero, affermando che essi avrebbero fruttato un 2% l’anno (il che è falso e ridicolo, se considerate che, come ha fatto notare Ignazio Marino nella stessa sede, Conto Arancio, quello della zucca, ti dà il 4%: se sei tanto bravo a portare i tuoi soldi all’estero sai benissimo che, anche solo grazie ai depositi vincolati, puoi fare molto di più); Giulio Tremonti ha invece detto che la criminalità organizzata non si avvarrà dello scudo fiscale, ma si è leggermente dimenticato di dirci da cosa derivi questa convinzione (falsa anch’essa, come dimostrerò nel resto dell’articolo); infine è giunto Silvio Berlusconi il quale, con la consueta dose di populismo, ha affermato che lo scudo è sacrosanto perché con quei soldi (la stima è 5 miliardi) si finanzieranno sanità e ricerca. Nel contesto ha anche detto che il suo governo non ha alzato la pressione fiscale (falso, come da finanziaria 2009). Tutte falsità che smaschererò di seguito.
Nessuna di queste argomentazioni può reggere, e lo scudo fiscale si configura come una delle peggiori leggi criminali dell’era berlusconiana: lo scudo fiscale aiuta solo i criminali e quegli spiccioli che rientreranno nelle nostre casse sono nulla rispetto al denaro che si è perso e si perderà a causa delle future evasioni fiscali. Chi ci perde sono i cittadini che pagano le tasse, solitamente più poveri dei criminali evasori, perché pagheranno i servizi dello Stato anche per i ladri.
Ma vediamo più nel dettaglio.
Cominciamo dalla fine: lo scudo fiscale non è né santo, né sacrosanto. Nelle casse dello Stato dovrebbero entrare non 5 miliardi, bensì 50 e anche più, ovvero le tasse non pagate più le varie multe (anche del 400%). Quei soldi non pagati dai ladri, dagli evasori, vengono pagati da noi, dalle persone oneste, che pagano le tasse fino all’ultimo centesimo. Quei soldi dovrebbero già essere nelle nostre tasche, dovrebbero già essere diventati nuove strade, ponti, acquedotti, gessi per le lavagne delle scuole, computer, ampliamento della banda larga e ovviamente sanità, ricerca e un altro bel pacco di cose.Quando vedrete una buca in mezzo alla strada, quando i lampioni saranno spenti, quando l’acqua non uscirà dai rubinetti o uscirà marrone, eccetera eccetera, pensate agli evasori fiscali e al governo Berlusconi che li ha premiati per non pagare.
Dallo scudo fiscale, invece incasseremo, forse, appena 5 miliardi. Voi direte: beh, meglio 5 miliardi che niente. E invece no: quello appena approvato non è il primo condono e, data la credibilità di questo governo (Tremonti aveva ribadito categoricamente che non ci sarebbero stati mai più condoni, e invece…), non è neppure l’ultimo. L’approvazione di queste legge, assieme al fatto che il precedente governo Berlusconi ha praticamente polverizzato la punibilità per evasione fiscale (adesso per andare in galera per evasione fiscale devi o essere veramente fesso o avere un pessimo commercialista, il che ci riconduce al primo caso), è un altro incentivo a non pagare le tasse, perché tanto prima o poi ci sarà un altro condono e io pagherò tasse per il 5% invece che il 50. Ma usufruirò al 100% dei servizi che gli altri cittadini, quelli onesti, quelli che pagano tutte le tasse, mi forniranno, le strade, la luce, l’acqua, la nettezza urbana, la scuola, la sanità, magari chiederò ed otterrò addirittura dei sussidi perché guadagno meno dei miei dipendenti nonostante giri in Ferrari!
All’estero la situazione è ben diversa, anzitutto per quanto riguarda la tassa da pagare: si va dal 15% della Francia al 49% degli Stati Uniti (da tre a dieci volte quella italiana). Inoltre non c’è anonimato, anzi: come già detto tempo fa, se vuoi usufruire degli “scudi” all’estero, devi pure rivelare in che modo, quando, perché, dove hai portato il denaro (in modo che le autorità possano tappare i buchi nel sistema) e devi accettare di essere un controllato speciale da parte delle locali agenzie delle entrate, che si assicureranno che tu non lo faccia più. In questo modo ti eviterai la galera (non dimenticate il caso Madoff, condannato a 150 anni di galera e che adesso è dietro le sbarre, a 71 anni e malato di cancro). È questo, quindi, lo scopo degli scudi esteri: far rientrare i capitali prima che il fisco ti trovi, ti rivolti come un calzino e ti sbatta dentro per qualche decennio (Al Capone, che era piuttosto bravo ad evadere le tasse – e infatti fu condannato solo per alcune evasioni, neppure tutte e men che meno per le stragi e il resto – fu condannato a 11 anni di carcere e 80mila dollari dell’epoca di multa). Lo scopo dello scudo fiscale italiano, invece, è legalizzare l’evasione in cambio di spiccioli.
Veniamo quindi ad un altro punto fondamentale, ovvero la possibilità (impossibile secondo Tremonti) che la criminalità organizzata (la mafia, la camorra, la ‘ndrangheta, ecc.) utilizzi lo scudo fiscale. Tremonti dice che non succederà, ma io non vedo alcun motivo logico per non farlo. Anzi, credo che in queste ore proclameranno dieci giorni di baccanali in onore di Tremonti e Berlusconi, con cene a base di carne di ippogrifo e liquore ricavato dal sangue di unicorno.
Vedete, il fisco ha la possibilità di controllare i movimenti bancari, soprattutto grazie all’obbligo di segnalazione che pende sul capo delle banche e degli altri intermediari: se questi trovano un movimento sospetto, devono segnalarlo alle autorità.
Questo dovrebbe rendere la vita difficile alla criminalità organizzata: non possono certo tenere le banconote dentro i bauli, soprattutto perché sono soldi sporchi e inutilizzabili. Vanno lavati in qualche modo. Quando dunque incassano i pagamenti per i beni e servizi prodotti (droga, armi, prostitute, schiavi, organi, rifiuti, estorsioni varie) le mafie spostano i quattrini su conti in Paesi noti per non fare troppe domande, in attesa di trovare un modo per ripulire quel denaro, solitamente con l’aiuto di prestanome che fondano imprese, bar, ristoranti, lavanderie, eccetera, tutta roba pulita (secondo voi poi ci pagano le tasse sopra? Io ne dubito…).
Lo scudo fiscale aiuta enormemente il riciclaggio del denaro: innanzitutto basterà trovare il solito prestanome il quale, in cambio di una mancetta, dichiarerà che è stato un bimbo cattivo, che ha evaso le tasse e ha falsificato i bilanci. Fatto questo si rimpatriano le somme. L’inconveniente, però, c’è ancora: le banche potrebbero ancora notare che quei soldi sono sporchi e segnalarti alle autorità per reati diversi da quelli finanziari (solo questi ultimi sono coperti dallo scudo, non il traffico di droga, di armi, di prostitute, eccetera). Ma il nostro meraviglioso ministro e il magnifico governo ha pensato anche a questo: la procedura è anonima e le banche non devono segnalare movimenti sospetti. Devono far rientrare tutto senza farsi troppi problemi. La possibilità che le procure scoprano questi traffici si riducono così intorno allo 0%.
E dopo che il capitale è rientrato? È questa la parte meravigliosa. Siete al corrente che in giro c’è una certa crisi finanziaria, che le banche non prestano più e che molte aziende sono in sofferenza? Bene, meno male che zi Binnu c’è: le banche non prestano soldi? Gli usurai di Cosa nostra hanno un sacco di capitale da prestarti! Non riesci a mandare avanti la tua impresa? Non ti preoccupare, ce la prendiamo noi e te la paghiamo in contanti.
Rendiamoci conto che questa gente può comprare mezza Italia a prezzi di saldo: la criminalità organizzata non ha problemi di liquidità, e i prezzi sono veramente bassissimi (siamo praticamente in deflazione). In questo modo il denaro diventa lindo, candido e profumato.
Il problema, però, passa sulle nostre pelli: alle mafie non interessa fornire un buon servizio (che so, se comprano una panetteria, fornire del buon pane), bensì fare soldi (e coi soldi comprare il potere). Non avendo problemi di cash flow, la mafia potrebbe, a mero titolo d’esempio, comprare tutte le panetterie della città, oppure fornire il pane a prezzi ridicoli, costringendo al fallimento i panettieri che resistevano (sempre ammesso che, ovviamente, non li convincessero in altri modi, tipo bombe davanti al locale, carezze ai figli all’uscita di scuola, eccetera). Ma poi il pane sarà buono? Difficile: ricordate questo servizio de Le Iene?
Dopo la lettura di questo articolo dovreste avere ben compreso le conseguenze dello scudo fiscale e i favori che questo governo fa ai criminali e alla criminalità organizzata. Si tratta dell’ennesimo favore (il precedente era l’indulto) che lo Stato fa a chi si macchia di reati finanziari, ovvero di reati che colpiscono tutta la popolazione italiana e in particolare quella onesta.
È una legge che va bloccata sul nascere: Giorgio Napolitano può farlo, perché avrete notato che in sostanza si tratta di un’amnistia e che le amnistie hanno una procedura speciale, che dunque questa legge è incostituzionale. Dubito però che lo farà.
Ci resta ancora l’Unione Europea (che sicuramente bucherà lo scudo almeno per quanto riguarda l’evasione dell’IVA) e qualche banca (ma solo qualche, visto che per diversi istituti lo scudo si tradurrà in una semplice scrittura contabile) che potrebbe decidere di non agevolare questa manovra criminale e criminogena perché la cosa non è etica (soprattutto di questi tempi in cui tutti guardano con sospetto i paradisi fiscali come le Isole Cayman o l’Italia).