(Come credo anche altri) Alessandro D’Amato fa notare che gli iscritti al Partito Democratico possono candidarsi alla carica di segretario solo se hanno preso la tessera prima del 26 giugno. Beppe Grillo, che ha annunciato la sua candidatura ieri, l’ha richiesta oggi (una richiesta è stata presentata online, l’altra ad Arzachena, in Sardegna, dove Grillo è in vacanza, scrive Agr), e questo lo metterebbe fuori dai giochi (d’altro canto già ieri sottolineavo che si trattava di una boutade).
Quello che fa più senso di questa storia è che i candidati attuali e gli altri capoccia del PD non lo abbiano fatto notare subito. Ieri (e pure oggi) Piero Fassino addirittura escludeva la concessione della tessera, con motivazioni che, sinceramente, riflettevano paura.
Seguendo la riflessione di Gregorj, «la cosa migliore che possono fare quelli del PD, adesso, è semplicemente andare a vedere il bluff (se di bluff realmente trattasi). Invece di appigliarsi a un regolamento […] Peccato che questo non succederà mai. Impossibile immaginarsi i vari Fassino, Rutelli, D’Alema rischiare di trovarsi nel partito una “grana” come lui, con tutti i voti che sicuramente prenderebbe. D’altronde, si tratta di gente che ha paura del voto popolare [le primarie hanno spesso bastonato sonoramente i candidati dell’apparato, vedasi Nichi Vendola e Matteo Renzi, tanto per dirne due], che li ha spesso visti prendere degli schiaffi assai sonori. Bisogna capirli: sono terrorizzati.»
Già hanno distrutto le primarie e il PD, dubito fortemente che cercheranno di distruggere anche sé stessi. Anche se forse sarebbe la cosa migliore (e per questo continuo a sostenere Ignazio Marino).