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Beppe Grillo si candida alla segreteria del PD: opinioni a caldo

La notizia è di quelle che ti fanno sobbalzare dalla sedia: Beppe Grillo ha annunciato sul suo blog che si candiderà alla segreteria del Partito Democratico. Il suo programma sarà quello dei Comuni a Cinque Stelle (o carta di Firenze) che hanno avuto relativamente un buon risultato alle scorse amministrative.

Escludiamo un attimo che sia una boutade e facciamo un po’ di fantapolitica: se riuscisse a vincere, il PD cambierebbe da così a cosà, passerebbe a diventare parte di un sistema a due stelle insieme all’Italia dei Valori. E probabilmente gli apparati attuali se ne andrebbero. E del PD rimarrebbe ben poco.

Sfortunatamente per Grillo, il sistema poco democratico adottato per l’elezione del segretario, prevede vari scogli. Occorrono 285 firme dei componenti dell’Assemblea Nazionale uscente o quelle di 2000 iscritti in non meno di cinque regioni, appartenenti ad almeno tre delle cinque circoscrizioni per le europee.

Se riuscisse in questa prima operazione (difficile in particolare perché mancano pochi giorni), Grillo dovrebbe riuscire ad entrare nel trio che potrà partecipare alle primarie (quindi porsi dietro Dario Franceschini e Pierluigi Bersani, già candidati sicuri) o raggruppare almeno il 15% dei voti della Convenzione Nazionale. Mission: Impossible.

Insomma, per arrivare alle primarie, che volendo potrebbe pure vincere, visto che la dimensione partitica non avrà peso, dovrà superare un sistema ideato apposta per non far passare gli outsider come lui. Senza contare che probabilmente la maggior parte della sua audience ha già un partito di riferimento, che è proprio l’Italia dei Valori (quindi, essendo già iscritti nell’IdV, non potranno partecipare alla prima fase della scelta del segretario).

Probabilmente si tratterà di un’uscita volta a dare visibilità al suo programma, per andare alla Convenzione Nazionale a dire la sua ai delegati e all’intero PD. Sperando che qualcuno voglia starlo a sentire, specialmente riguardo la questione morale e il conflitto di interessi.

Magari, aggiungerei.

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