No, questo post non sarà scritto in grugniti, semplicemente in modo essenziale per spiegare i tre referendum che voteremo fra pochi giorni.
Basi, come si vota (con la matita umettata):
- Se metti una X su SÌ, dici “si, voglio cambiare la legge”;
- Se metti una X su NO, dici “no, le cose mi vanno bene come sono”;
- Se ritiri la scheda e la restituisci bianca, dici “non ho un’opinione, ma voglio che il referendum sia valido e che sia fatta la volontà della maggioranza”;
- Se non vai a votare pur avendone la possibilità, mi fai schifo, spiacente (scusate il POV).
Fatta la premessa su come votare, passiamo al cosa.
- Scheda viola: a chi lo diamo il premio di maggioranza nazionale alla Camera?
- Se voti SÌ, dici: “voglio darlo solo alla lista (partito) che prende più voti degli altri in tutta Italia“;
- se voti NO, dici: “voglio darlo non solo alla lista che va da sola, ma anche alle liste (partiti) che si mettono assieme in una coalizione e che prendono più voti degli altri in tutta Italia“;
- Scheda beige scuro: a chi lo diamo il premio di maggioranza regionale al Senato?
- Se voti SÌ, dici: “voglio darlo solo alla lista (partito) che prende più voti degli altri in una Regione“;
- se voti NO, dici: “voglio darlo non solo alla lista che va da sola, ma anche alle liste (partiti) che si mettono assieme in una coalizione e che prendono più voti degli altri in una Regione“;
- Scheda verde chiaro: i candidati possono presentarsi in una circoscrizione?
- Se voti SÌ, dici: “voglio che ogni candidato si candidi in una sola circoscrizione, in un solo territorio e che solo lì possa essere eletto”;
- se voti NO, dici: “voglio che ogni candidato (Tizio) possa candidarsi dove voglia (anche ovunque) e che possa poi scegliere in quale territorio possa essere eletto, mentre negli altri verrà eletto qualcun altro, a discrezione di Tizio”.
Si vota domenica 21 giugno dalle 8 alle 22 e lunedì dalla 7 alle 15. Possono votare tutti i cittadini che hanno compiuto 18 anni.
Esempio per i primi due referendum:
- Se vince il SÌ: il partito A prende il 35% dei voti, il partito B prende il 30% e il partito C prende il 15%. Il premio di maggioranza (il 55% dei seggi) spetta al partito A;
- Se vince il NO: i hanno preso le stesse percentuali, ma stavolta i partiti B e C si sono coalizzati e hanno preso il 45% (30+15), dunque è a loro che spetta il 55% dei seggi.
- Attenzione! Se passasse il SÌ, i partiti B e C potrebbero anche coalizzarsi creando una lista unica, che chiameremo D. In questo caso il premio di maggioranza spetta alla lista D, ovvero alla coalizione formata da B e C. Questo è avvenuto, ad esempio con i radicali, che sono entrati in una lista unica con il Partito Democratico.
Fin qui la spiegazione. Ora un mio commento.
Qualcuno ha detto che il referendum sancirebbe il bipartitismo in Italia. Questo è falso: lo dissero anche dopo la riforma elettorale dei primi anni Novanta, ma così non è stato, anzi, i partiti sono pure aumentati. I partiti, infatti, si coalizzarono dietro dei cartelli (ricordate L’Ulivo e la Casa della Libertà?), delle liste uniche. All’epoca il sistema era addirittura uninominale, dunque i partiti non solo erano costretti a stare assieme, ma dovevano pure mettersi d’accordo per trovare un candidato legato al territorio in grado di vincere (gente autorevole, non esperti in lavori orali) e che piacesse ai vari alleati.
Se passasse il referendum i partiti non farebbero altro che riproporre quei cartelli, con la differenza che, grazie alle liste bloccate, sarà più facile spartirsi i candidati. Con la vittoria del sì, insomma, cambierebbe davvero poco: ci saranno meno quadrati su cui mettere la ICS sulla scheda elettorale, in sostanza.
Chi viene punito da questo referendum non sono i partiti piccoli in generale, bensì i partiti piccoli che non possono o non vogliono coalizzarsi, perché:
- c’è un’enorme distanza ideologica con tutti gli altri partiti che rende difficile se non impossibile trovare un programma condiviso;
- vogliono stare in mezzo per rubacchiare qualcosa un po’ di là e un po’ di qua, mentre le coalizioni di destra e sinistra li corteggiano (come l’Unione di Centro);
- non vogliono compromessi, vogliono mantenere la propria purezza ideologica (Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani e Sinistra e Libertà – che tra l’altro hanno la stessa base ideologica, ma sono tre partiti diversi, che tristezza).
L’ultimo referendum, il verde chiaro, credo che sia il più sacrosanto di tutti e dovrebbe essere condiviso da tutti (mi riferisco al sì). Brevemente, se passasse il SÌ, i partiti dovranno scegliere candidati legati al territorio, perché in questo modo i cittadini sapranno a chi rivolgersi e a chi assegnare la responsabilità se le cose vanno bene o vanno male. Esempio: Silvio Berlusconi era candidato in tutte le circoscrizioni, e come tale è stato eletto in tutte queste, ma doveva sceglierne una sola. Quanti mi sanno dire in quale circoscrizione è stato eletto? Ancora, quanti di voi sanno chi sono i deputati e i senatori che rappresentano la propria circoscrizione, la propria città?
In questo modo, non essendo facile capire chi è stato eletto e dove, gli elettori vengono allontanati dagli eletti, mentre questi ultimi si avvicinano ai capi di partito, che li hanno nominati.
Resta fermo un fatto. Questa legge elettorale è lo schifo assoluto e va cambiata.