Stasera Report parlerà della vicenda Europa 7.
I lettori assidui di questo blog e della rete in generale la conoscerà bene, essendo la prima dimostrazione dello sgretolamento dello stato di diritto in Italia, ma ne riassumo ugualmente tappe.
Nel 1999 Europa 7 vince la gara per l’assegnazione delle frequenze radiotelevisive. Che significa? Che da un decennio, invece di vedere Rete 4, dovremmo vedere Europa 7. Ma questo non è mai avvenuto.
I governi di centrosinistra prima e poi il governo di Silvio Berlusconi (proprietario anche di Rete 4, tra l’altro governo abusivo – vedi sotto) impediscono che quella gara venga applicata, prorogando indefinitamente l’abusività di Rete 4, fino all’indecente legge Gasparri. Europa 7, intanto, inizia ad investire per creare le strutture necessarie per trasmettere.
La storia inevitabilmente finisce in tribunale, più e più volte. La Corte Costituzionale stabilisce che un privato non può avere più di due televisioni; la Corte di Giustizia della Comunità Europea dà più volte ragione a Europa 7, che è in regola e deve avere le sue frequenze (perché in Europa le leggi non sono carta straccia, a differenza che nel Belpaese).
Qualche tempo fa la questione arriva ad una conclusione assurda: Europa 7 non avrà le frequenze di Rete 4, abusiva, bensì riceverà quelle che verranno liberate, a giugno, da RaiUno, uno spettro che permetterà di coprire sì e no qualche quartiere di Milano e qualche zona qua e là.
Non solo, ma il Consiglio di Stato finisce per affermare che Europa 7 ha diritto ad un risarcimento irrisorio, perché, detto in parole povere, quando vinse la gara doveva sospettare che quelle frequenze non sarebbero mai arrivate. Cornuto e mazziato, insomma.
Il tutto, ovviamente, mentre si consolidava il potere di Silvio Berlusconi, che, tra le altre cose, è abusivo non solo per Rete 4, ma pure in Parlamento, poiché una legge (361/1957, art. 10) gli vieta di essere deputato. La giunta per le elezioni, però, nel 1994, fece finta di nulla.
I primi segni di cedimento dello Stato di diritto: questa sera a Report, RaiTre, ore 21:30