Qualcuno lo chiama ancora così, ma Studio Aperto è uno schifogiornale, i cui servizi sono assurdi. Lo schema seguito al suo interno è sempre il seguente:
- I “giornalisti” lavorano per metà alla ricerca di scemenze (che loro chiamano cronaca) in giro per Milano (si veda la vicenda Cracco che ho raccontato qualche giorno fa);
- I “giornalisti” si muovono fuori Milano solo per i casi umani o “politicamente interessanti”, tipo qualche omicidio, uno stupro o qualcosa che possa essere usato per distrarre o per aiutare una parte politica (una a caso);
- I servizi di politica sull’opposizione sono a metà strada fra un film horror e un varietà: memorabile è stato, qualche anno fa, un servizio sul ministro Visco in cui le immagini peggiori dell’ex ministro venivano intervallate da scene tratte dai film di Dracula, roba che non fa nemmeno la FOX con i democratici USA (scommetto che quel servizio lo mostrano ai tirocinanti – oggi quando si parla di opposizione i servizi sono intorno a questo tenore);
- I collegamenti da altre città avvengono quasi sempre per telefono con gli “inviati”, tanto che spesso e volentieri (come nel caso di Angelo “sono praticamente ubiquo” Machiavello) mi viene il dubbio che gli inviati siano davvero in loco;
- Altre volte i collegamenti, specialmente quelli dall’estero, avvengono con la redazione e vengono letti i lanci di agenzia (perché non possa farlo l’anchorman/anchorwoman come in tutti gli altri tg non l’ho capito);
- I “servizi” dall’estero, nell’edizione serale, sono racchiusi in un fantasmagorico “giro del mondo in 80 secondi”;
- Sempre di sera c’è la rubrica del gossip, sempre di 80 secondi circa (mica male equiparare l’estero col gossip);
- Il botto lo ha fatto Benedetta Parodi (considerando che è la sorella della moglie dell’ex direttore di Canale 5 e Italia 1), che i suoi servizi li fa direttamente dalla sua cucina (immaginate, questa si sveglia, prepara la sua ricetta e il servizio lo ha fatto ed è “cotta e mangiata” per una settimana);
- Anche Safiria Lecchese non se la passa male: viaggia al seguito di Berlusconi, prima stava in Abruzzo, fino a qualche giorno fa stava in Sardegna e quando il grande capo è a Roma lei si collega da Palazzo Chigi (e poi si stupisce che Soru non voglia parlare con lei);
- Quasi sempre i servizi (tranne quelli milanesi e dei casi umani) vengono fatti con immagini di repertorio o roba saccheggiata da internet;
- Il punto più basso, però, sono le interviste in ginocchio al grande capo o a membri del governo, che solitamente durano mezzo telegiornale e vengono ripresi da tutte le testate nazionali, contribuendo all’immaginario collettivo nel far credere che Schifo Aperto sia un vero “telegiornale” (oltre che quella leggendaria di Berlusconi, qualche giorno fa è toccato alla Carfagna collegarsi in diretta telefonica);
- gli speciali, poi, sono qualcosa di eccezionale: Live di ieri parlava di supereroi in carne e ossa (ovvero persone che hanno un DNA che dona loro qualche particolarità – ma niente di supereroico, come disegnare senza avere la vista, cosa che per quanto difficile è possibilissima – Beethoven era sordo, no?) e del fatto che in futuro sarà possibile scrivere il proprio DNA (quando lo stesso telegiornale qualche anno fa appoggiava la legge 40 che non permette neppure varie tecniche contro l’infertilità).
In fondo, se è l’unico TG a non chiamarsi TG, come i vari TG1-2-3-4-5, un motivo ci sarà.