L’operazione Piombo Fuso era una guerra elettorale. Kadima, che a dicembre aveva anche 15 punti di svantaggio contro il Likud, alla fine l’ha superato, ed è il primo partito con un seggio in più rispetto alla destra.
Insomma, missione compiuta?
No, perché Kadima, pur avendo più seggi, non ha vinto. Adesso le alternative sono un governo di unità nazionale semiparalizzato o un governo con forte presenza degli ultra-nazionalisti, che grazie alla guerra (ma anche ai razzi di Hamas) sono cresciuti (quattro seggi in più), diventando il terzo partito di Israele.
Insomma, se dietro l’operazione Piombo Fuso c’era anche un piano politico (oltre che elettorale), è andato a farsi friggere. In altre parole, come un altro bel pacco di guerre, non è servita a niente (a parte peggiorare le cose, sia chiaro).
Considerando che anche Hamas, a mio avviso, è uscita rafforzata da Piombo Fuso, se l’Occidente e i Paesi arabi non cominciano a interessarsi seriamente della questione, saremo punto e a capo: kamikaze e razzi di qua e carri armati e raid aerei di là. Con l’aggiunta che la crisi economica appena cominciata esaspererà ancora di più gli estremismi.