Uno sbarramento non è, di per sé, uno strumento antidemocratico. Serve a favorire il dialogo e la fusione fra partiti, ovvero la mediazione fra parti opposte un po’ come succede in Parlamento (non parlo di quello italiano, parlo in generale).
In altre parole, è un invito esplicito a superare le divergenze interne, per arrivare a una ideologia condivisa e forte.
Tutto il contrario, insomma, di quello che è accaduto con l’esperienza de L’Unione o nella sinistra, dove vari partiti si sono uniti senza però effettuare una sintesi di valore: la stessa cosa sta accadendo con il Partito Democratico, dove si sono uniti ex-comunisti-di-nome e ex-centristi-quasi-riformisti, che a tutt’oggi ancora non sanno cosa fare. E questa non è unione, è un’accozzaglia di cose tenute insieme con lo scotch.
Ma se il PD arriva (a fatica) al 20%, ben diversa è la situazione della galassia di partiti della sinistra: se continuano a non capire che così non si può andare avanti, che la sinistra deve riformarsi, che non ci si può basare su un’ideologia sorpassata e litigando addirittura sulla stessa, questi partiti non supereranno mai uno sbarramento neppure dell’1%.