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Air France compra il 25% di CAI-Alitalia: adesso abbiamo le cifre dello scandalo (e il primo fallimento di Berlusconi)

La notizia è di oggi (forse per approfittare dei fiumi dell’alcool del capodanno, con la gente che non capisce niente). Fortunatamente sono astemio e sono lucido. Ma forse dovrei dire purtroppo, perché è veramente una cosa drammatica.

Air France ha comprato il 25% di Alitalia per 300 milioni di euro (il 6 settembre 2008 Air France annunciava che non sarebbe entrata con più del 20%). Questo vuol dire che il valore di Alitalia è di 1 200 milioni di euro: in meno di un mese il valore di Alitalia è salito di circa 150 milioni (CAI, infatti, la rilevò dallo Stato al prezzo di 1 052 milioni). Ma la parte divertente non è questa. Qualche brevissimo antefatto, in modo da goderci tutto il divertimento fra meno di dieci righe.

Air France, nell’aprile 2008, voleva comprare Alitalia e tutti i suoi debiti per 1,7 miliardi di euro. Noi ci avremmo guadagnato 1,7 miliardi di euro. A dicembre 2008 Berlusconi l’ha “venduta” senza i debiti (che restano a carico nostro) per -3 miliardi. Noi ci abbiamo guadagnato -3 miliardi (il trattino prima del 3 è un segno meno).

La CAI era stata fondata per quote paritetiche (cioé uguali) e non ho motivo di ritenere che qualcosa sia cambiato. Con l’ingresso di Air France ogni socio dei sedici fondatori passerà da una quota del 6,25% a una del 4,68%. Air France è, insomma, il socio di maggioranza relativa.

Al momento nessuno dei sedici soci originari può uscire dalla società. Ma la situazione può cambiare se è d’accordo almeno il 66% dei soci, ovvero Air France più altri nove soci. Ogni socio ha sborsato circa 66 milioni di euro per entrare.

E adesso la parte divertente: immaginiamo che Air France offra ai nove soci il doppio di quanto hanno sborsato, vale a dire un 140 milioni di euro. Questo significa guadagnare oltre 70 milioni di euro senza aver fatto praticamente nulla: l’offerta, lo riconoscerete, è allettante. 140 milioni moltiplicato per 9 fa 1260 milioni, e se a questi ci aggiungiamo i 300 sborsati oggi, fanno 1,56 miliardi. (Da notare che se ad Air France sono bravi come credo possono spuntare una cifra anche inferiore).

Air France voleva comprare Alitalia con tutti debiti per 1,7 miliardi. Oggi Air France potrebbe acquisire comunque il controllo di Alitalia priva di tutti i debiti per una cifra ancora inferiore: magari non la venderanno domani, ma fra qualche mese, anche se Marcegaglia, una dei soci CAI, sarebbe già pronta a vendere. Un affare colossale. Per Air France e i soci CAI, ma non per noi, che ci ritroviamo dei debiti da pagare.

Il caso Alitalia è il primo fallimento del governo Berlusconi: buttata nella mischia per fare campagna elettorale con tante promesse, non è riuscito a mantenerne neppure una.

L’italianità della compagnia non è per nulla garantita, anzi è più in bilico che mai.

Gli “odiati” francesi, nostri concorrenti nel turismo secondo le parole di Silvio, possono comprare oggi Alitalia, senza alcun debito, completamente ristrutturata, spendendo una cifra irrisoria eppure altissima (ma solo per i soci CAI).

La nuova Alitalia ha garantito molti meno posti di lavoro (e a condizioni infami, come le donne incinte licenziate) rispetto a quella che Air France aveva presentato ad aprile. Tutti i licenziati in più andranno ad aggravare il bilancio dello Stato, visto che saranno a carico di noi cittadini per sette anni.

E infine non dimentichiamo i circa tre miliardi di debito che dovremo pagare con le nostre tasse.

No, io non riesco a vedere nessun lato positivo in questa vicenda. Il 2009 comincia con i peggiori auspici.

(PS: ah, Colaninno, il capo di Alitalia, ha una storia curiosa alle spalle. Qualche anno fa Telecom Italia era un’azienda senza debiti, poi Colaninno la comprò a debito, che scaricò tutto su Telecom Italia. Qualche anno dopo vende Telecom Italia, alla vigilia del disastro, a Tronchetti Provera (altro socio CAI), realizzando un guadagno di 1,5 miliardi di euro; Tronchetti portò Telecom Italia al disastro e alla fine, oggi, l’azionista di maggioranza è uno spagnolo, Telefonica. Non solo, ma questa operazione comportò la vendita di Endemol a Mediaset).

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