Oggi esaminiamo due casi che dimostrano quanto i politici non capiscano un cazzo.
Abbiamo visto qualche giorno fa la riproposizione della famigerata legge Levi, la quale, per dirla in breve, prevede l’iscrizione obbligatoria ad un registro per la stragrande maggioranza dei blog e dei siti internet. Chi non si iscrive, rischierà di essere accusato di stampa clandestina (ed è successo di recente). Quindi l’unica via d’uscita, per molti, sarà la chiusura del blog.
Avrete notato che questa legge non ha senso. Anzi, bisognerebbe abrogare la legge sulla stampa che ancora prevede la registrazione dei giornali presso i tribunali, violando l’articolo 21 della Costituzione, che afferma che la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. E l’articolo continua affermando che la stampa può essere fermata solo DOPO la pubblicazione, perché è stato commesso un reato, non prima. Prima tutti sono autorizzati a stampare giornali. La stampa clandestina, per la Costituzione, non esiste.
Altrove, i soliti USA, i giornali sono gli anticorpi della democrazia e della giustizia: dove non arrivano queste, arrivano i giornali. Ricordate il The Washington Post? Quello che costrinse il presidente USA Richard Nixon a dimettersi dopo avere scoperto lo scandalo dello hotel Watergate. Oggi senza passare per la magistratura, quello stesso giornale fa chiudere un’azienda responsabile del 75% dello spam mondiale. E lo fa grazie alle inchieste di un blogger, Brian Krebs. Da noi i blog si ingabbiano.Poi c’è Obama, che sta usando la rete per fare praticamente tutto, e grazie soprattutto alla rete ha vinto. Sarà che i politici dello status quo hanno paura di internet e vogliono imbrigliarlo?
Si propone quindi una legge che, assurdamente, vuole allargare questa “autorizzazione a stampare”, anche se a video. Mentre ovunque internet produce ricchezza, da noi la si vuole imbrigliare e fermare. Una martellata sulle palle, insomma. Con la differenza che il dolore lo sentiamo noi, mica Levi e i suoi colleghi, gli analfabeti digitali. Hanno paura, cazzo se hanno paura.
Poi esce fuori lo scandalo della sanità in Sicilia. Che dei medici percepivano indennità per pazienti morti. Un danno di 14 milioni di euro ai danni dello Stato. Poi si scopre che non c’è alcun indagato. Perché? Perché la Legge non prevede chi sia il responsabile: l’ufficio anagrafe che non ha comunicato alla AUSL? il medico? La AUSL che ha perso la segnalazione? Qualcun altro?
Questo solo per non parlare del caso di Eluana Englaro e altri casi simili: sono decenni che se ne parla ciclicamente, ma non è uscito fuori nulla neppure sul testamento biologico, sul quale tutti i politici si dichiarano d’accordo. Altra cosa priva di senso. È una casta deresponsabilizzata: non risponde più al Paese e ai suoi bisogni, ma ai partiti e ai loro capi.
È possibile che le cose inutili e dannose prevalgano su quelle situazioni scandalose che ciclicamente si ripropongono?
Ecco, questa è l’Italia che la politica vuole farci vivere. Burocrazia su burocrazia. La Legge non crea speranza, la distrugge.