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Anti-droga per tutti

Carlo Giovanardi, uno dei coautori della “strana” legge sulle droghe (quella che mette sullo stesso livello droghe pesanti e droghe leggere, ma che dimentica, fra le altre cose, il tabacco), è appena uscito con una dichiarazione interessante: «Test antidroga per gli autisti di TIR».

Ottimo, direte voi: tutti coloro che devono essere sempre lucidi nel proprio lavoro devono essere liberi da alcool e droghe, e quindi test antidroga anche per chirurghi, piloti e simili.

Ma c’è una categoria particolare che necessita davvero di test antidroga. Una categoria che, a differenza di chirurghi, piloti e autisti non rischia di danneggiare una o qualche decina di persone, bensì che ogni giorno deve affrontare decisioni difficili che possono danneggiare milioni e milioni di persone in un batter d’occhio. Ed è per questo che il loro mestiere è pericoloso: perché una scelta sbagliata può rovinare (e ha rovinato) la vita di milioni di famiglie, alla faccia dei chirurghi, che ne ammazzano uno per volta, o dei piloti, che rischiano di ammazzarne al massimo un centinaio.

Si tratta, ovviamente, dei parlamentari. Già Giovanardi aveva detto che in Parlamento circolava la droga, ma l’unico, timido tentativo di far finire questa (ennesima) presa in giro ai danni del contribuente era di Casini, ex capo di Giovanardi, che prevedeva un test volontario per tutti. Capito? Se il test lo volevi fare, bene, se no pazienza. Il disegno di legge, tuttavia, è stato buttato nella cantina di Montecitorio insieme a tante altre proposte di legge, soprattutto di iniziativa popolare.

La situazione avrebbe avuto comunque un che di paradossale. Immaginatevi la scena: il deputato Smith, appena sveglio, si reca a fare il test anti-droga volontario, come era stato ampiamente previsto giorni prima. Risultato, negativo. Poi torna in aula, vota il disegno di legge che inasprisce le pene per chi fa uso di droghe, poi torna a casa e finalmente può farsi una sniffata di coca dopo l’astinenza forzata.

Insomma, un test farlocco: ben altra cosa rispetto al test a campione a sorpresa effettuato da Le Iene, che vedeva i parlamentari positivi una volta su tre (ovvero, il 33% dei parlamentari farebbe uso di droghe). Com’era ragionevole aspettarsi, test e risultati sono stati sequestrati senza alcun motivo apparente (d’altronde siamo abituati a certi interventi senza motivo). I test erano anonimi ed era impossibile anche per gli stessi autori sapere a chi appartenesse questo o quel campione.

Poi dicono che non esiste la casta: probabilmente è vero. Parlare di casta fa pensare a una elite, a un qualcosa di nobile, di superiore. A vedere quello che combinano, casta assume i contorni di un complimento. Feccia è forse il termine più adatto per questi signori che abusano di privilegi, predicano bene e razzolano male.

Ne sa qualcosa l’ex deputato Cosimo Mele (ex collega di Giovanardi nell’UDC): magari non avrà fatto uso di droghe, ma l’accompagnatrice che è morta vicino a lui parrebbe di sì.

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