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Quando la giustizia fallisce…

Quando si associa Berlusconi alla giustizia si scopre sempre un rapporto conflittuale: Berlusconi le tenta tutte per non farsi processare, ricusa i giudici, butta i processi in politica e quando non riesce a evitare il giudizio, si inventa qualche legge per bloccare il processo.

Il problema è che per bloccare il suo processo, Berlusconi finisce per danneggiare il bisogno di giustizia anche del singolo cittadino, magari suo elettore. Giusto per fare un esempio, per rimandare il suo processo Mills, ormai in dirittura d’arrivo con condanna o assoluzione annessa, Berlusconi manderà all’aria circa centomila processi (stima dell’ANM), quindi diciamo che un centomila persone (minimo) non avranno giustizia. Lui dice di non volersi avvalere della norma della discordia: vedremo.

Ma questi interventi hanno effetti catastrofici anche per l’economia italiana. Farò due semplici esempi: un’impresa ha un contenzioso contro un’altra impresa e aspetta che la giustizia faccia il suo corso per ottenere il giusto risarcimento. Grazie a questa norma, il risarcimento arriva un anno dopo. Questo significa subire una perdita economica. Altro esempio: se si depenalizza il falso in bilancio per evitare la galera a lui e a Dell’Utri, altre imprese saranno incentivate a fare lo stesso. Alla fine, sempre se ti scoprono, si tratta solo di pagare una multa. Il mercato, a causa delle informazioni sbagliate, sarà meno efficiente e l’economia italiana peggiorerà.

Il discorso si fa ancora peggiore se pensiamo alle imprese estere: se un’impresa estera dovesse valutare di investire in Italia avrebbe paura di finire nelle maglie della giustizia italiana, e ci penserebbe un bel po’ prima di investire. Nel caso del falso in bilancio, la cosa è ancora più grave: le imprese estere devono per forza redigere il bilancio correttamente, poiché poi dovranno rendere conto alla società-madre all’estero, dove le norme sul falso in bilancio sono molto più rigide. Le imprese italiane possono falsificare il bilancio, quelle estere no, con il risultato che le prime avranno un vantaggio (illegale e) ingiusto. Un altro deterrente agli investimenti stranieri. Meglio investire in Francia, Spagna, Germania… che in Italia.

Se le imprese straniere non entrano nel nostro mercato, esso sarà meno concorrenziale, perderà efficienza e ci perderemo soprattutto noi cittadini. In poche parole, un Paese dove l’illegalità è legge non è un luogo dove investire: secondo voi, perché le imprese occidentali non investono nei Paesi instabili, come quelli africani? Ma è ovvio: se per operare devo pagare tangenti, se c’è il rischio che vada al potere qualcuno che poi nazionalizzerà la mia impresa, per quale motivo dovrei rischiare di perdere un sacco di soldi? Questo accade anche in Italia. E tutto questo per salvare Silvio.

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