Nuovi massimi assoluti per le borse americane, che si lasciano così alle spalle i timori per un rientro della politica di alleggerimento quantitativo, annunciato nelle scorse settimane e poi parzialmente smentito dalla stessa Federal Reserve Bank.
Il presidente della Fed Ben Bernanke, nel corso della sua relazione semestrale al Congresso statunitense, ha ricordato che la politica della Fed non è certo scolpita nel marmo, e che sarà pronta ad essere cambiata nel caso in cui l’economia dovesse mostrare segnali di cambiamento rispetto al percorso che i segnali macroeconomici attualmente prevedono.
Tutto dipenderà, come noto, dall’evoluzione delle dinamiche inflazionistiche e occupazionali: nel caso in cui l’economia dovesse tornare a dare segnali di debolezza il cosiddetto tapering, ovvero la riduzione delle politiche non convenzionali messe negli ultimi anni, potrebbe anche essere congelato.
La Fed sarà dunque attenta a verificare quale sarà l’evoluzione dell’economia e dei mercati finanziari, e potrebbe dunque cambiare i piani che vedono una riduzione graduale delle manovre di alleggerimento da qui alla metà del 2014: la disoccupazione, in particolare, continua a diminuire piuttosto lentamente e dunque non è il caso di abbassare la guardia. Una parola Bernanke l’ha riservata anche per l’Europa, sottolineando che i rischi sono inferiori rispetto al passato grazie all’attenuazione degli stress nel vecchio continente.
Passiamo quindi ai market mover macroeconomici per la settimana che va dal 22 al 26 luglio 2013. Lunedì la Germania emetterà titoli di Stato a 12 mesi, mentre gli Stati Uniti rilasceranno i dati relativi alle vendite di abitazioni esistenti, che dovrebbero segnare un rialzo, secondo gli analisti, a 5,25 milioni dai 5,18 precedenti.
Mercoledì sarà giornata di indici dei direttori degli acquisti (PMI) manifatturiero e servizi (stima flash) per Cina, Germania, Europa e Stati Uniti: Cina e zona euro dovrebbero confermarsi al di sotto dei 50 punti che separano un futuro di espansione da uno di recessione; al contrario Germania e soprattutto Stati Uniti dovrebbero trovarsi al di sopra di questo limite. L’Italia rilascerà la bilancia commerciale non-UE, oltre alle vendite al dettaglio, che su base mensile dovrebbero tornare a crescere dello 0,4 per cento contro il -0,1 per cento precedente. Dagli Stati Uniti arriveranno le vendite di nuove abitazioni, che anche in questo caso dovrebbero segnare un aumento di 8mila unità a quota 484mila.
Giovedì la Germania rilascerà l’indice IFO che misura la fiducia delle aziende, atteso in lieve salita a 106,1 da 105,9; dinamica simile per la fiducia dei consumatori italiani, che dovrebbe salire a 96 dal precedente 95,7. Verrà resa nota la stima preliminare del prodotto interno lordo del Regno Unito, che dovrebbe aumentare su base trimestrale dello 0,6 per cento e dell’1,4 per cento su base annua. L’agenda statunitense prevede gli ordinativi di beni durevoli, attesi in crescita stabile a +0,5 per cento, mentre le richieste di sussidi di disoccupazione sono attese in lieve rialzo a 340mila.
Venerdì, infine, verrà resa nota la stima finale dell’indice che misura la fiducia degli statunitensi elaborato dal università del Michigan, atteso a quota 84.