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Quante risate fra Grillo e Alfano sul Quirinale

Il post di Grillo in cui si vagheggia l’elezione di Minimo D’Alema alla presidenza della Repubblica è una mossa tattica di inarrivabile dilettantismo politico, per cui, dato il digiuno di politica di cui i grillini si fanno vanto, può pure funzionare per far dimenticare lo spappolamento strategico di sabato in Senato.

Fatto sta che il Semplice Doge non sa dove cacchio dirigere una creatura diventata troppo grossa troppo presto.

La mossa è così riassumibile:

Peccato però che l’unico che sogni D’Alema al Quirinale sia D’Alema medesimo, e pure lui sa benissimo che non c’è speranza. E probabilmente lo sa pure Grillo che il PD non ha in mente tale mossa suicida.

Quelli che non lo sanno sono quelle povere caprette indifese dei grillini: li leggo commentare su Facebook la non-notizia come se fosse una cosa seria, addirittura cominciano già a stilare la lista dei politici che verranno graziati da Minimo quando salirà al Colle. I grillini evidentemente pensano che quelli del PD sono degli imbecilli: probabilmente lo sono, ma sono imbecilli esperti, e un errore strategico (non tattico, strategico) come la candidatura di Minimo manderebbe a quel Paese tutto il lavoro tattico svolto ieri.

Grillo sta solo buttando un po’ di fumo negli occhi dei grillini per far loro dimenticare l’elezione di Grasso e ricompattare l’esercito il gregge mostrando il nuovo nemico. Niente di particolarmente originale, Casaleggio dev’essere bravo solo come markettaro, perché come stratega non vale una mazza. Al PD basta aspettare sulla riva del fiume. E ovviamente cercare un bel nome per il Quirinale, e spiazzare tutti, come fatto con Boldrini e Grasso.

Capitolo Alfano: dice il responsabile dei croccantini di Palazzo Grazioli che il PdL appoggerà Bersani solo se il PD concederà il Quirinale a un moderato (cioè a uno del PdL – tralasciamo che nel PdL non ci siano moderati). Quindi Alfano chiede una carica fondamentale per gli equilibri costituzionali che dura 7 anni in cambio dell’appoggio a un governo a guida PD che verrebbe logorato dal PdL un giorno sì e l’altro pure come fu con Monti già da marzo 2012 e che cadrebbe nel giro di un annetto.

Berlusconi, capisco che sei mezzo cieco, ma stai più attento: hai messo il Barolo nella ciotola di Angelino!

Alfano, non so se ubriaco o semplicemente fesso, pensa di avere qualche carta in mano in questa partita: al PD, però, bastano pochissimi voti per eleggere un PdR, bastano meno di dieci (forse meno di cinque) voti fra montiani e grillini. Il Quirinale è abbondantemente fuori dalla portata del PdL e di un qualsivoglia potere di ricatto.

Voi direte: ma la merce di scambio è palazzo Chigi, non il Quirinale. Già, ma rendiamoci conto che la proposta di alleanza di Alfano è una trappola per elefanti giganti segnalata in tutte le cartine turistiche. È una specie di Torre di Pisa della Savana: di fianco alla proposta di Alfano puoi vedere zebre, gazzelle, gnu, leoni in pose strane davanti alle macchine fotografiche, mentre le iene vendono souvenir e gli sciacalli organizzano tour della zona vestiti da centurioni.

Se il PD si allea col PdL e magari con Monti, il PD muore. Manco Bersani si voterebbe alle prossime elezioni.

Qualcuno dirà “eh, ma è irresponsabile, i mercati e blablabla”. Ho già detto che i mercati sono l’ultimo dei problemi in questo momento (e la cronaca finanziaria mi ha dato ragione). Riesumare Berlusconi significa che nel giro di sei mesi-un anno ritorniamo a novembre 2011, con lo spread a 600, perché il Pornoduce, facendo opposizione nella maggioranza, avrebbe solo da guadagnare.

Poi magari sbaglio. Magari Minimo va al Quirinale e fanno il governissimo.

In tal caso, come già detto, prima voto Grillo, poi emigro in Afghanistan.

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