Ho ricevuto diverse richieste di spiegazioni (in pubblico e in privato) e anche note di biasimo circa l’articolo di ncaranti (Niccolò) che ha contribuito a scatenare il putiferio di oggi sul master “sparito” di Oscar Giannino.
I fatti: l’idea dell’articolo è nata nel pomeriggio di sabato 16 febbraio, scatenando immediatamente dilemmi etici. Niccolò ha scritto di simpatizzare per il movimento guidato da Giannino, e io, in passato, ho dimostrato apprezzamento per il loro programma (pur con molti caveat): pubblicare o non pubblicare l’articolo pur sapendo che avrebbe inevitabilmente aiutato ad alzare un polverone sulla persona che si sarebbe riverberato istantaneamente sul(l’incolpevole) movimento e sulle persone che lo sostengono?
Il dilemma è stato pesante, ma è durato poco: l’articolo andava pubblicato e non in forma anonima, perché, giustamente, se parliamo di trasparenza e onestà occorre essere andare fino in fondo personalmente, anche se non siamo giornalisti e non c’è un codice deontologico che ce lo impone.
Nel corso del weekend Niccolò ha raccolto materiale (fra cui gli screenshot, registrati sabato) e richiesto diverse conferme (oltre quelle accumulate negli anni), fino all’ultima, quella dell’Istituto Bruno Leoni, di cui mi ha dato notizia domenica 17 febbraio alle 16:41 e a seguito della quale ha potuto iniziare a lavorare. La scrittura dell’articolo è proseguita fino a notte fonda, la pubblicazione è invece avvenuta alle 8:16 di lunedì 18.
Le condivisioni sono state numerose sin dal mattino e verso ora di pranzo: su Twitter l’articolo è stato ripubblicato anche menzionando Zingales e Fare, oltre che lo stesso Giannino. Alle 14:52 Zingales ha annunciato le dimissioni da Fare per Fermare il Declino: la ricostruzione di Niccolò è stata immediatamente riportata su altri media e sui social network, specie per quanto riguarda gli screenshot.
Si poteva evitare il putiferio? La risposta è sì, ma di certo non rinunciando o differendo la pubblicazione dell’articolo a dopo le elezioni. La questione del master è stata sollevata diverse volte nel corso degli ultimi due anni e Niccolò è stato fra coloro che hanno richiesto delucidazioni, senza ottenere né risposte né modifiche alle biografie più o meno ufficiali.
Abbiamo fatto ciò che era giusto fare, e poco importa se ciò andrà a vantaggio dell’arcinemico di Giannino, ovvero Berlusconi (che è miliardi di volte più impresentabile dell'”ex economista” torinese, ed è stato biasimato centinaia di volte su queste pagine). L’informazione non deve essere serva di nessuno, e nascondendo i fatti che avevamo in mano ci saremmo seduti nel budello sporco di calzini turchesi e popolato da personaggi come Sallusti, e senza neanche uno stipendio a consolarci.
A questo punto posso dare due soli consigli. A Giannino, di evitare di arrampicarsi sugli specchi, chiedere scusa ai militanti e andare avanti basandosi sul programma, e quindi sperare.
A tutti quanti, di esagerare se vi pare opportuno, ma non mentite nei curricula: prima o poi qualcuno vi beccherà.