Dopo l’agenda Monti e le dieci proposte di Fare per Fermare il Declino, continuiamo l’analisi dei programmi elettorali con quello del Movimento 5 Stelle. Esso si articola in sette sezioni, ognuna di svariati (e spassosissimi) punti, ovvero: Stato e cittadini, Energia, Informazione, Economia, Trasporti, Salute, Istruzione. Non trovo niente di vagamente organico circa i diritti civili.
Le linee comuni delle sezioni sono comunque queste:
- si vuole meno Stato dove serve e molto più Stato dove è più dannoso;
- troppi slogan e mai una visione d’insieme;
- mancano i soldi e non viene mai indicato uno straccio di copertura finanziaria, ma questa è una delle cose che accomuna Movimento 5 Stelle e gli altri partiti (meno male che sono l’alternativa).
Di seguito i dettagli sezione per sezione.
Stato e cittadini.
La sezione contiene molti punti ben noti, lotta a sprechi e privilegi, abolizione delle province, dei piccoli comuni, eccetera. Li sapete e c’è roba anche decente, credo sia la sezione migliore del programma (infatti rispetto a qualche versione del programma precedente è stata spostata al primo posto, così da dare una buona impressione su un programma che si fa via via sempre più sciocco e contraddittorio nelle sezioni successive). Fra i punti più assurdi troviamo:
- Riduzione a due mandati per i parlamentari e per qualunque altra carica pubblica: È sbagliato. Se uno è bravo e onesto, DEVE poter servire il Paese finché può, ne abbiamo bisogno. Il problema è un altro: il parlamentare deve poter essere giudicato in modo trasparente dall’elettore. Se sei bravo, ti rivota, se non lo sei, te ne vai. Il limite di mandato serve solo per le cariche verticistiche dove il potere si accumula in sole due mani (presidenti della Repubblica, del Consiglio dei Ministri, delle Regioni, delle Province, sindaci). Negli organi collegiali una norma del genere è stupida;
- Abolizione delle Authority e contemporanea introduzione di una vera class action: i due punti non c’entrano nulla l’uno con l’altro, e il primo è più cretino. Se abolisci le autorità indipendenti, chi vigila? Piuttosto tali autorità vanno rese più indipendenti dalla politica e vanno affidate a personalità competenti nel settore da vigilare. Oggi i commissari vigilanti sono capre simpatiche a questo o quel partito, e fanno continui pasticci (si veda l’AGCOM sulla par condicio in internet);
- Referendum sia abrogativi che propositivi senza quorum: il quorum va riformato, non abolito, il rischio è dare alla minoranza il potere di incastrare lo Stato. Non siamo un cantone svizzero, e neppure gente seria come gli svizzeri;
- Leggi rese pubbliche on line almeno tre mesi prima delle loro approvazione per ricevere i commenti dei cittadini: le [proposte di] leggi sono già pubbliche e già vengono commentate in rete, e spesso e volentieri vengono pure bloccate dalle proteste del cosiddetto “popolo di internet” (se ravanate negli archivi di questo blog, ne trovate un po’). Bloccare per tre mesi delle leggi che magari sono in discussione (e perciò pubbliche e a disposizione sui siti delleCamere) da anni significa rendere ancora più lento il già farraginoso sistema di produzione delle leggi.
Energia.
Troppa roba per le mie competenze e per il tempo che ho a disposizione per studiarmelo per bene. Da quel poco che so e che posso capire leggendo la sezione, il programma sull’energia è semplicemente poco serio e poco informato della situazione attuale. Se qualcuno vuole integrare, è il benvenuto.
Informazione.
Tante cose belle, ma senza indicazione di copertura finanziaria, e sia Grillo che Casaleggio, interpellati in proposito da Alessandro Sortino di Piazza Pulita, hanno risposto in maniera standard, molto politica, molto multipartisan: «Boh! Ti mando un link». Da segnalare:
- Abolizione della legge del governo D’Alema che richiede un contributo dell’uno per cento sui ricavi agli assegnatari di frequenze televisive: Quale legge? È sostituito da cosa? O diventano gratis?
- Nessun quotidiano con copertura nazionale può essere posseduto a maggioranza da alcun soggetto privato, l’azionariato diffuso con proprietà massima del 10%: Perché? Se l’obiettivo è evitare l’abuso politico dei mezzi di informazione si possono trovare soluzioni meno inefficienti (per esempio, cosa vieterebbe a un partito di trovarsi due o tre prestanome fintamente indipendenti ed accaparrarsi un 20-30-40% più che sufficiente a controllare il media in questione? Si pensi al caso de Il Giornale);
- Vendita ad azionariato diffuso, con proprietà massima del 10%, di due canali televisivi pubblici: Come sopra.
- Introduzione dei ripetitori Wimax per l’accesso mobile e diffuso alla Rete: Perché il WiMAX? HSPA e LTE vi fanno schifo? Oppure la sigla WiMAX fa fighi?
- Allineamento immediato delle tariffe di connessione a Internet e telefoniche a quelle europee: È inefficiente, piuttosto va rafforzata la concorrenza (da notare che poche righe prima si parlava di internet gratuito, adesso di tariffe per internet. Decidetevi);
- Riduzione del tempo di decorrenza della proprietà intellettuale a 20 anni: A partire da quando? Dalla creazione? Dal deposito? Dalla pubblicazione? Dalla morte dell’autore? Non è mica una questione liquidabile in tre parole;
- Divieto della partecipazione azionaria da parte delle banche e di enti pubblici o para pubblici a società editoriali: Perché? Piuttosto vanno gestiti i conflitti di interesse, ma è un altro discorso;
Trasporti.
Sì, ok, vi piacciono le bici, è meraviglioso, ma il sistema urbanistico richiede un attimino di visione d’insieme e d’integrazione che nel programma non c’è. Tante dichiarazioni d’intenti, senza sostanza (e poi, le corsie preferenziali per i mezzi pubblici mi risulta ci siano già, e da decenni).
Salute.
Anche qui siamo terribilmente generici, e non solo sui farmaci. Oltre alla visione d’insieme, manca la visione temporale: i costi della sanità cresceranno perché la popolazione invecchierà e smetterà di pagarla lavorando, e questo problema viene semplicemente ignorato. Al di là della contraddizione (vogliono il servizio universale e gratuito coi ticket per le prestazioni non essenziali, ma allora il servizio non è universalmente gratuito), ottima la sanità pubblica, ma vanno trovati i soldi, e i grillini, come per tutto il resto, fanno finta di niente. Quanto alla sanità privata, niente in contrario per partito preso, al contrario del M5S: se un medico vuole operare lì, vada lì; se un paziente vuole farsi operare lì, vada lì. Però pagate la prestazione in tutto o almeno in gran parte.
Sui medici, l’effetto delle riforme del M5S è il seguente: i medici bravi vanno nel privato e all’estero. È il contrario di ciò che si vuole ottenere, e non è che un esempio di contraddizione conseguente all’ignoranza.
Istruzione.
Sempre generici, senza soldi, distruttivi e mai costruttivi. Qualche esempio:
- Abolizione della legge Gelmini: come al solito manca la posizione costruttiva. Se aboliamo la legge Gelmini, con cosa la sostituiamo?
- Diffusione obbligatoria di Internet nelle scuole con l’accesso per gli studenti: i soldi dove si trovano?
- Graduale abolizione dei libri di scuola stampati, e quindi la loro gratuità, con l’accessibilità via Internet in formato digitale: chi li paga?
E arriviamo alla sezione economica del programma, la più comica.
Economia.
Qui il programma usa un approccio dirigista estremamente inefficiente. Molti dei (vaghi) obiettivi proposti possono essere più efficientemente raggiunti attraverso campagne di liberalizzazioni e privatizzazioni (di quelle serie, non all’italiana). Come sovente accade in politica, c’è ignoranza economica di base, ad esempio la solita mancanza di distinzione fra stock e flussi.
- Abolizione delle scatole cinesi in Borsa: Quali? Perché?
- Abolizione di cariche multiple da parte di consiglieri di amministrazione nei consigli di società quotate: In linea di principio ok, ma il problema sussiste solo quando le società possono influenzarsi a vicenda. Se faccio il sindaco in una società che fabbrica biciclette a Monza, e l’amministratore delegato di una ditta di formaggini a Parma problemi non ce ne sono, suppongo. Serve, piuttosto, una disciplina organica del conflitto di interessi e un’autorità indipendente che li individui e li punisca, ma se un amministratore è bravo e ha tempo, è una risorsa per chiunque possa assumerlo;
- Introduzione di strutture di reale rappresentanza dei piccoli azionisti nelle società quotate: Qualcosa già c’è, potreste essere leggerissimamente più specifici?
- Abolizione della legge Biagi: Sostituendola con che cosa? Va bene se si vuole abolire la precarierà; va male se si vuole rendere rigido il mercato del lavoro: non possiamo permettercelo. Cosa sostituirà la legge Biagi?
- Impedire lo smantellamento delle industrie alimentari e manifatturiere con un prevalente mercato interno: Che significa? E se significa ciò che credo, perché? Se le imprese sono cotte devono fallire: va tutelato il lavoratore, non il posto di lavoro;
- Vietare gli incroci azionari tra sistema bancario e sistema industriale: si veda più sopra;
- Introdurre la responsabilità degli istituti finanziari sui prodotti proposti con una compartecipazione alle eventuali perdite: Che sciocchezza. Vanno rafforzati l’obbligo di informazione e l’istruzione in materie economiche, ma, fatte salve le truffe, se l’investitore è ignorante e firma per comprare cose che non capisce, è un problema suo; idem dire per gli amministratori pubblici che comprano derivati in nome del Comune senza saper fare un’addizione: paghino di tasca loro il danno causato dalla loro ignoranza, inutile prendersela con le banche, se uno è ignorante fa danni comunque;
- Impedire ai consiglieri di amministrazione di ricoprire alcuna altra carica nella stessa società se questa si è resa responsabile di gravi reati: Non l’ho capita: è la società che commette reati o gli amministratori? E se gli amministratori commettono gravi reati vanno in galera, e da lì gestire l’impresa è problematico. E in ogni caso, per le società private, sono fatti loro;
- Impedire l’acquisto prevalente a debito di una società (es. Telecom Italia): i levereged buy-out servono. Spesso, per una questione d’igiene dell’economia, conviene comprare e smantellare una società stracotta per rivenderne i pezzi, e farlo a debito è spesso più conveniente che farlo per cash. Diverso è il discorso quando si tratta di società strategiche (es. Telecom Italia, serve vigilanza statale), ma il divieto tout-court è un’idiozia che vuole riempire il già arrugginito tessuto economico italiano di inefficienti aziende flambé;
- Introduzione di un tetto per gli stipendi del management delle aziende quotate in Borsa e delle aziende con partecipazione rilevante o maggioritaria dello Stato: va bene quelle statali, chissenefrega di quelle private. Sono soldi privati, sono fatti loro;
- Abolizione delle stock option: avete problemi con la meritocrazia? Le stock option sono uno degli strumenti utilizzati per collegare la performance dell’azienda a quella dei suoi dirigenti. L’azienda va male? Il valore delle azioni scende e così lo stipendio dei dirigenti; e viceversa. E in ogni caso sono fatti privati di aziende private. Siamo seri;
- Abolizione dei monopoli di fatto, in particolare Telecom Italia, Autostrade, ENI, ENEL, Mediaset, Ferrovie dello Stato: che significa?
- Allineamento delle tariffe di energia, connettività, telefonia, elettricità, trasporti agli altri Paesi europei: Come sopra: il prezzo gestito dall’alto è inefficiente, bisogna rafforzare la concorrenza;
- Riduzione del debito pubblico con forti interventi sui costi dello Stato con il taglio degli sprechi e con l’introduzione di nuove tecnologie per consentire al cittadino l’accesso alle informazioni e ai servizi senza bisogno di intermediari: Qualcosa di meno generico no? Quali sprechi? In che misura? In quali settori tagliare? Qual è il rapporto debito/PIL obiettivo? Come farete a stabilire se l’obiettivo è stato raggiunto se non ve lo ponete nemmeno? E quali tecnologie? E con quali soldi?
- Vietare la nomina di persone condannate in via definitiva (es. Scaroni all’Eni) come amministratori in aziende aventi come azionista lo Stato o quotate in Borsa: come al solito, ok per le società statali, chissenefrega di quelle private. Al massimo ci può essere obbligo di pubblicità delle condanne degli amministratori, ma poi i privati assumano chi preferiscono, quindi che giudichino il mercato e il consumatore;
- Favorire le produzioni locali: Come? Quali? Perché? In che senso?
- Sostenere le società no profit: Sì, ma come? Quali? Con quali soldi?
- Sussidio di disoccupazione garantito: Con quali soldi? (SPOILER ALERT: non ce ne sono)
- Disincentivi alle aziende che generano un danno sociale (es.distributori di acqua in bottiglia): E quei terroristi del Tetrapack no? E i criminali che producono alimenti in scatola senza pensare agli allergici al nichel quando li impaliamo? Veramente c’è qualcuno che prende sul serio questa carta straccia?
Concludo segnalando l’analisi di Carlo Stagnaro, di cui condivido e riporto la sintesi finale:
Per fare una sintesi conclusiva, il programma del M5S è un oggetto strano. Al di là della genericità delle proposte – che, in fondo, non differenzia Beppe Grillo da quasi tutti gli altri – si trova qui un curioso mix di proposte assennate, discutibili e del tutto impossibili. Quello che colpisce è l’assenza di coerenza con cui vengono affiancate le une alle altre, al punto che, talvolta, non si contraddicono solo nello spirito ma anche nella lettera. Se il programma è una proxy per il modo in cui i grillini condurranno la loro attività parlamentare, il M5S è l’equivalente politico di una roulette russa, dove in maniera del tutto casuale possono emergere posizioni estremamente positive o altre del tutto assurde.
Voto di sintesi: 4½.
(Per questo articolo la politica dei commenti è emendata come segue: ogni critica è sempre bene accetta qualunque sia la provenienza; ai grillini, tuttavia, per decisione di Grillo e Casaleggio, è vietato parlare al di fuori della piattaforma messa a disposizione da beppegrillopuntoitte™. Ergo, se costoro desiderano commentare ripetendo a megafono quanto scritto o detto da Grillo e similari senza aggiungere il proprio pensiero critico, dovranno farmi pervenire un’autorizzazione firmata anche digitalmente da Grillo o Casaleggio. Non prendetevela con me, è una decisione dei vostri leader: avete bisogno di un’autorizzazione per esprimere il vostro pensiero).