Dibattito noioso, entrambi i candidati molto sul vago su un po’ tutti gli argomenti per evitare di scoprirsi troppo: Renzi prudente, graffiante ma poco concreto per non offrire punti di stoccata per un avversario più esperto, Bersani affidabile, preparato ma timido, si limita a difendere il suo vantaggio del primo turno per non lasciarsi travolgere dai facili slogan di Renzi.
In un paio di domande avrebbero meritato sonori schiaffoni.
Renzi parte bene e travolge un Bersani arroccato sulle metafore, fra passerotti e dita nel naso, quest’ultimo poi si ripiglia giocando di semplice esperienza e Renzi è costretto a ritirarsi nella sua fortezza demagogica. La battaglia, tuttavia, viene condotta nel deserto dei contenuti e dei luoghi comuni. Credo che questo dibattito non sposterà granché voti.
In questo modo però nessuno dei due si candida a guidare il Paese con la forza che servirebbe e, peggio ancora, nessuno ha parlato al Paese, guardando le telecamere, e tutto si è risolto in una chiacchierata. La delusione è forte, per me hanno perso entrambi. Aspettiamo di vedere che faranno quando le cose diventeranno serie, da lunedì: al momento sono ancora meglio di tutti gli altri candidati premier.
In questo senso, ha vinto il PD.
Format e studio del dibattito da trasmissione trash del pomeriggio, la claque plaudente era evitabile (negli USA si sta in religioso silenzio), domande scaglionate a casaccio, pubblicità che interrompe le domande, ridicolo. La Maggioni è esperta di questioni internazionali, inadeguata. Il prossimo che si lamenta che la RAI deve trasmettere questi dibattiti, sappia che potrei strangolarlo.
Si salvano le domande brevi nel finale del dibattito, che costringono a essere brevi, concisi e per quanto possibile concreti.
La camicia di Renzi e la cravatta di Bersani non si potevano guardare.