[Diretta] Elezioni 2011: tanto non perde nessuno (tranne noi, ma non è una novità)

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E facciamola un’altra inutile diretta sulle amministrative 2011. Elezioni insignificanti se non vivete nelle città dove si vota (io ne ho due da seguire da vicino), se non fosse che c’è un tizio a cui piacciono tanto le campagne elettorali per cui ogni volta che si mette una scheda in un’urna è una prova della tenuta del governo a meno che non sia un voto per i suoi avversari e allora è un voto che non conta niente.

Comunque alla fine tutti (da Grillo a Storace) avranno almeno un motivo per dire che hanno perso gli altri e che hanno vinto loro (che comunque fra due settimane ci sono i ballottaggi). Alla fine a perdere saremo noi, perché, tolti un paio di candidati di alto profilo (che in quanto tali perderanno), tutti gli altri sono mezze cartucce che non dovrebbero amministrare neanche un frigorifero vuoto. Gli esempi più grandi sono l’iperfallimentare Fassino, ad esempio, che ha avuto il coraggio di candidare il protoladrone Giusi La Ganga e che spero perda (mi spiace Torino, chiunque vinca sei finita, presto se ne andrà pure la FIAT) e l’ineffabile Moratti, che ha fatto rimpiangere perfino Albertini. Perdessero entrambi stapperei lo spumante, anche se Torino andasse alla destra, ché tanto peggio di Fassino e La Ganga non è (non so neanche chi sia il candidato della destra, in tutta sincerità, ma considerando i bassi standard per le selezioni dei candidati destrorsi, temo nulla di buono).

Perché tutto questo disincanto? Perché Berlusconi può anche subire una sconfitta epocale. Può pure dimettersi e sparire per sempre dalla circolazione. Rimarrebbero il berlusconismo e  un altro problema: dall’altra parte rimarrebbero solo due tipologie di persone pronte a fare l’alternanza, ovvero gli incapaci falliti (D’Alema e Veltroni, per esempio) e quelli che sono [stati] complici di Berlusconi (Veltroni e D’Alema, per esempio). Anzi, oserei dire che per l’Italia sarebbe più salutare una clamorosa sconfitta del centrosinistra, perché solo in questo caso, solo con la perdita di tutte le sfide di “rilevanza nazionale”, Bologna compresa, il PD potrà avere una chance di rinascere dalle proprie ceneri e sconfiggere non solo Berlusconi, ma pure il berlusconismo, che certo non può essere dissolto da chi (Veltroni, D’Alema) lo ha favorito. Tutto questo, ovviamente, a patto che la base del PD comprenda che occorrono purghe staliniane al proprio interno.

Piccola nota su Giusi La Ganga: lo chiamo protoladrone perché fu uno dei maggiori esponenti socialisti coinvolti nella Tangentopoli di Torino. Tangentopoli che, per chi non lo sapesse, iniziò (e fu insabbiata, almeno mediaticamente) all’inizio degli anni Ottanta, ben dieci anni prima di quella milanese, molto più celebre. Per questo seguirò lo spoglio delle schede tenendo sulla scrivania il libro Io corruttore di Adriano Zampini, che con le sue confessioni aprì le porte del tribunale, tra gli altri, a La Ganga. All’epoca (era il 1990) si disse che la sua carriera politica fosse finita: nessuno poteva prevedere che la sinistra non avrebbe imparato nulla e avrebbe continuato coi suoi intrallazzi come e forse peggio della destra, che almeno non si trincera dietro una lotta per la legalità mai intrapresa nei fatti e dove qualcosa si potrebbe fare, ovvero al proprio interno, fra i propri candidati.

Vabbuò, ho scritto pure troppo, cominciamo. Si aggiorna da solo, e potete seguirmi pure su Twitter.

14.53

Setta minuti alla chiusura dei seggi e sono emozionato come se stessi aspettando che il mio medico mi faccia sapere se ho un tumore o no.