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Berlusconi si è arricchito con la politica? Sì, e basta

Chi è attento alla comunicazione politica e segue talk show, noterà che il popolo del centrodestra non fa altro che ripetere a pappagallo ciò che i loro burattinai (( Quelli che li muovono grazie a una mano infilata su per il… )) , Berlusconi per primo, ripetono. 99 volte su 100 sono cagate da record, facilmente sbugiardabili se solo i berluscoidi avessero capacità d’attenzione superiori a quelle di un colibrì in coma. Ad esempio: «Berlusconi, entrando in politica, ha perso un sacco di soldi»

Se uno si basasse solo sugli ultimi anni, potrebbe pensare che la frase precedente sia corretta, visto che effettivamente il patrimonio di Berlusconi è in discesa (11,8 miliardi di dollari nel 2007, 9,4 nel 2008, 6,5 nel 2009, 9 nel 2010, 7,8 nel 2011, secondo Forbes).

Se uno però dà uno sguardo in campo lungo della storia berlusconiana, nota che:

  1. dal 1987 (primo dato a mia disposizione) al 1993 (vigilia della discesa in campo) il patrimonio di Berlusconi si aggira sempre intorno al miliardo e mezzo di dollari; al termine della prima esperienza di governo Berlusconi era a 2,5 (grazie anche alla celeberrima legge Tremonti). Subito dopo, ci informa Luciano Violante (all’epoca PDS, oggi Partito Democratico), la sinistra fece un accordo con Berlusconi promettendo di non toccare le sue tv. Violante si vanta che i governi di centrosinistra di fine anni Novanta non fecero leggi contro il conflitto di interessi e che quei governi, in virtù di quello scellerato accordo, hanno fatto aumentare di 25 volte il fatturato di Mediaset. Il resto lo vedete nel grafico che mostra l’andamento del patrimonio di Berlusconi secondo la nota rivista Forbes, che ha ben poca pietà delle bugie: Berlusconi, grazie alla politica (e grazie a D’Alema), ha fatto un sacco di soldi, ma non solo;
  2. all’inizio degli anni Novanta, Berlusconi aveva tanti di quei debiti, che se fosse ancora in vigore la prigione per debiti, Berlusconi avrebbe collezionato almeno l’ergastolo;
  3. oggi Berlusconi continua a fare soldi grazie alla protezione dello Stato: in nessun altro Paese europeo sarebbe permessa questa totale strafottenza nei confronti delle più elementari leggi della concorrenza (anche europee, sicché non passa mattina che l’Europa ci richiami), per non parlare dell’Antitrust e delle altre autorità che sono depotenziate o per legge o grazie alla moral suasion.

Risultato, se Berlusconi non fosse sceso in politica, oggi potremmo ritrovarlo in via Monte Napoleone con la chitarra in un angolo della strada chiedendo elemosine.

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