Intanto continua la strategia della tensione. Il 4 agosto 1974 scoppia un’altra bomba, stavolta sul treno Italicus mentre si trova a San Benedetto Val di Sambro, in provincia di Bologna. I morti sono dodici, i feriti quarantaquattro, fra di essi poteva esservi anche Aldo Moro, che però fu costretto a perdere il treno. Soprattutto, non si sa se per intenzione o per caso, la bomba non esplose quando il treno si trovava sotto la vicinissima galleria: in tal caso l’esplosione avrebbe ucciso molte più persone fra le oltre mille che si trovavano su quel treno. L’attentato viene rivendicato da Ordine Nero, organizzazione di estrema destra ma che sulla quale non è mai stata fatta chiarezza: infatti i sospettati per la strage verranno prosciolti e la strage rimarrà impunita. Da segnalare che, anni dopo, la Commissione Parlamentare sulla P2 vedrà connessioni fra Ordine Nero e la loggia massonica deviata.
Il metodo dalla Chiesa funziona. La parte buona dello Stato, comunque, c’è, e si fa vedere: il generale Carlo Alberto dalla Chiesa, dopo diversi mesi di lavoro con un pool di persone fidatissime (il Nucleo Speciale Antiterrorismo) per impedire che trapelassero notizie (perché accanto allo Stato buono c’è anche lo Stato cattivo), infligge un duro colpo alle Brigate Rosse, arrestandone l’8 settembre due leader, Renato Curcio e Alberto Franceschini, grazie all’infiltrato frate Mitra, Silvano Girotto.
Michele Sindona. Il 13 settembre scoppia il caso Sindona: questo finanziere, mafioso, piduista e spregiudicato, con le sue operazioni era riuscito a costruire un enorme impero, acquisendo un potere enorme e amicizie importanti, come quella con Giulio Andreotti. La sua centralità nel sistema finanziario italiano è data anche dal fatto che, nonostante vi fossero indagini in corso, la Banca d’Italia, guidata da un accorto Guido Carli, decise di concedere alla sua banca un prestito per cento miliardi per tamponare le perdite che Sindona stava accusando in tutto il mondo, visto che la sua allegria criminale si era espansa anche in altri Paesi, più civili dell’Italia, come gli Stati Uniti. Pochi giorni dopo la banca di Sindona verrà dichiarata fallita e affidata ad un commissario liquidatore di nome Giorgio Ambrosoli, il quale, dopo costanti minacce, lavorerà fino ad essere assassinato. Sindona, invece, avvisato dell’imminente arresto, riesce a fuggire, ma è ormai un ricercato internazionale: negli anni successivi verrà arrestato, estradato, condannato all’ergastolo e infine suicidato (o assassinato) in carcere col caffé al cianuro di potassio. È probabile, visto che il cianuro non è inodore e che Sindona non era un idiota, che l’uomo si sia autosomministrato il veleno in modo da accusare un malore e potere così tornare negli Stati Uniti, con il quale c’era un accordo di incolumità. La dose di cianuro, però, lo porterà alla morte: chi gli abbia fornito il veleno è ancora avvolto nel mistero.
Il primo gradino di Berlusconi. Sempre per rimanere in tema di finanza allegra, in settembre nasce l’impero televisivo di Silvio Berlusconi: nel luglio 1974, infatti, la Corte Costituzionale liberalizza le emittenti via cavo e subito Berlusconi si accorda con Properzj (che poi patteggerà 11 mesi per le tangenti alla metropolitana di Milano, durante Mani Pulite) per fornire a Milano Due una televisione privata, Telemilanocavo, che sarà rilevata per una lira da Berlusconi negli anni successivi.
Il mostro di Firenze. Il 15 settembre, invece, iniziano (o almeno così sembra) gli omicidi del Mostro di Firenze: Pasquale Gentilcore (19 anni) e Stefania Pettini (18) vengono uccisi mentre erano appartati in auto. Il ragazzo verrà ucciso da cinque colpi di Beretta serie 70, proiettili Winchester calibro .22 Long Rifle; la ragazza verrà raggiunta da tre colpi non mortali, finita con cento coltellate e infine seviziata. Si scoprirà poi che quella pistola aveva sparato nel corso di un omicidio simile avvenuto ne 1968. Non si vedranno collegamenti, poiché anche questo episodio sembrerà a lungo isolato: il mostro, infatti, tornerà a colpire solo nel 1981.
Il ritorno di Moro. Tornando alla politica, il 3 ottobre cade l’ultimo governo Rumor. Dopo varie consultazioni (il primo presidente incaricato sarà Fanfani, che rinuncerà), il capo dello Stato Leone affida la formazione di un nuovo governo a un signore che non era fra i suoi preferiti: si tratta di Aldo Moro, che salirà di nuovo a palazzo Chigi per il suo quarto governo solo il 23 novembre. Si tratta di un bipartito (DC e PRI) con l’appoggio esterno di PSDI e PSI, quest’ultimo però alla ricerca di nuovi equilibri all’interno di un ambiente che sembra un po’ diverso: siamo infatti negli anni del compromesso storico, del riavvicinamento fra DC e PCI dopo la breve esperienza nell’immediato dopoguerra. Il governo, tuttavia, appare sin da subito molto debole: oltre ai problemi economici, infatti, l’Italia si ritrova ad affrontare anche gravi problemi di ordine pubblico e fra i partiti vi erano divergenze su come affrontarli (dalla linea morbida del PSI a quella dura della DC). La debolezza del governo di farà sentire.
Chicca della settimana. Oggi è il 28 novembre, e in questo stesso giorno del 1974 si tenne l’ultima esibizione dal vivo di John Lennon al Medison Square Garden, dove, durante una performance di Elton John, canta “Whatever Gets You Thru the Night”, “Lucy in the Sky with Diamonds” e “I Saw Her Standing There”. Dopo quella esibizione inizieranno i cinque anni di iato, seguiti dal breve ritorno sulle scene nel 1980.