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Perché l’assassino dell’infermiera non è in carcere? [domanda retorica]

I giornali riportano le parole del marito della donna uccisa con un pugno nella metropolitana di Roma, che si chiede perché l’assassino si trovi ai domiciliari e non in carcere.

I giornali sbagliano a non dare risposta a questa domanda molto semplice (esempio e esempio (( In quest’ultimo si doveva far notare subito che non solo l’arresto è possibile, come dice l’avvocato, ma obbligatorio. Subito dopo la morte la richiesta di custodia è partita come è d’obbligo. )) ), perché così si dà il via a tutte le voci del mondo tipo «Signora mia, non è possibile che ammazzi uno e non vai in galera, la giustizia non funziona» e via giudici smerdando. Il punto è che l’assassino non è (era) in galera proprio perché la giustizia funziona.

La legge, infatti, non prevede l’arresto obbligatorio per le persone accusate di lesioni (è previsto solo se il reo è colto in flagranza, e neppure in tal caso è obbligatorio), e prima della morte della donna questa era l’accusa: lesioni. Con la morte il reato che viene contestato diventa omicidio preterintenzionale (( Al massimo, per me il reato commesso è molto più lieve. )) , e qui l’arresto è obbligatorio. Se non è già in cella lo sarà presto.

Nove volte su dieci la colpa di qualcosa che va storto nella giustizia è del Legislatore (Parlamento), non dei magistrati. I giornalisti non dovrebbero dare niente per scontato (vabbé che il più delle volte neanche loro sanno di che stanno parlando – abbiamo superato le 40 pietre miliari, dopotutto).

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