Oggi molti giornali ululano che Giorgio Napolitano avrebbe detto al nuovo ministro per il legittimo impedimento federalismo Aldo Brancher che non può avvalersi del legittimo impedimento (leggendo varie spiegazioni, tipo il fatto che non è un ministro vero).
Nella nota però Napolitano non dice niente del genere, dice solo che, essendo un ministro senza portafoglio, Brancher non ha proprio un bel niente da organizzare. E quindi si deduce che la scusa con la quale Brancher ha bloccato il suo processo non regge.
In altre parole (quelle di Bossi), Brancher è stato semplicemente un fesso (leggi: poco furbo): utilizzando la prima scusa che gli è venuta, praticamente due secondi dopo essere stato nominato, ha tradito il fatto che sia stato creato ministro solo per salvarlo dal processo.
Sarebbe bastato pensarci su un altro po’, trovare una scusa migliore per autocertificare l’impedimento, perché Brancher, pur senza portafoglio, è un ministro a tutti gli effetti, essendo stato nominato secondo la procedura dell’articolo 92 della Costituzione, e quindi l’uso del legittimo impedimento è… legittimo. L’unica differenza con un ministro normale è che un ministro senza portafoglio non ha risorse proprie (usa quelle della Presidenza del Consiglio, art. 9 legge 400/1988). E non avendo risorse proprie, non ha nulla da organizzare.
Da cui la nota di Napolitano a dirgli che la scusa utilizzata “è ‘na grande strunzata“. Ma nient’altro.
Però adesso Brancher s’è fregato con le sue mani: la Lega (il suo popolo) già rumoreggiava per la vicenda, e adesso dovrà fare un passo indietro (e lo ha già fatto dicendo che a luglio sarà in tribunale). Vedremo se ci andrà o se aspetterà qualche altro giorno prima di trovare un’altra scusa per impedirsi.
Comunque l’intera vicenda ha già dimostrato che Brancher è veramente impedito.