Butto giù due righe per riassumere quanto ho già scritto ieri su Twitter.
A Rosarno (dove la situazione è grave da almeno un anno) c’è stata una rivolta degli schiavi, ovvero di immigrati, perlopiù clandestini, costretti a lavorare a un euro l’ora e a dormire in fabbriche e altri edifici abbandonati, da cui proviene una puzza che neanche i ratti sopportano.
In un Paese tutto sommato civile, una volta venuta a galla l’emergenza, si comincia a tranquillizzare gli immigrati, il governo interviene sì, ma per punire gli schiavisti. In Italia, invece, si manda la polizia a sedare la rivolta, perché, dice quel genio di Roberto Maroni, finora c’è stata troppa tolleranza nei confronti dei clandestini.
Questi clandestini sono in questa condizione infame a causa di leggi (la Bossi-Fini; il reato di immigrazione clandestina) che ben si prestano ai paradossi (pensate al ragazzo che stava per lasciare l’Italia a spese sue arrestato in aeroporto perché non aveva lasciato l’Italia – e che ora dovrà farlo a spese nostre) e che ignorano completamente la condizione dei clandestini, i quali sono costretti dalla fame (per non dire altro) a fare i lavori più umili che i nostri disoccupati non vogliono fare. Anche Maroni, probabilmente, mangiando un mandarino durante queste feste, non avrà pensato che ci sono alte probabilità che sia stato colto da una persona di colore a un euro l’ora. Ma è così.
E a causa di quelle leggi-vergogna e della feccia che oggi ci governa questi uomini saranno costretti a lavorare come schiavi fino alla morte. Ed è una situazione che si ripeterà sempre più spesso se continueremo a trattarli come animali (la storia insegna). Già era avvenuto a Castelvolturno: siamo nel terzo millennio, non puoi trattarli di mer*a e pretendere che non s’incazzino.
In tutto questo, giusto come nota di colore, c’entra pure la ‘ndrangheta. Sono loro a controllare e proteggere gli schiavisti, perché ovviamente controllano pure le arance (non sia mai che le ‘ndrine lascino un business redditizio in mano alla concorrenza, magari gente onesta). Infatti prelevano un quinto della paga degli immigrati, con la minaccia del “se non paghi non ti faccio più lavorare, e muori di fame”. Rosarno è stato sciolto per infiltrazioni mafiose, ed è oggi amministrato da un commissario prefettizio. In conclusione, Maroni, moderno Crasso, manda le forze dello Stato per aiutare gli schiavisti mafiosi nella caccia al negher.
Il ministro antimafia, tsé. Un altro motivo per dimettersi. Casomai gli fosse rimasta un po’ di decenza da qualche parte.