Ho dei parenti fermi in un autogrill nei pressi di Roma. Sono partiti stamani alle 10 e sono ancora a tre quarti di viaggio: dovrebbero arrivare verso mezzanotte, per un totale di 14 ore di viaggio, il doppio del previsto. Mi dicevano ieri che la A1 (la A1, la colonna portante del traffico automobilistico) era impraticabile.
Aggiungete che vari aeroporti sono bloccati per il maltempo e che i treni arrivano con ritardi di oltre dieci ore, e avete un Paese bloccato alla vigilia di Natale, quando tutti si spostano per stare in famiglia.
Maurizio Crozza ieri ricordava che in Finlandia usano treni italiani, ma tutti questi disagi non ce li hanno. Qua è un disastro, ed evidentemente è colpa nostra (e a differenza che negli altri Paesi non avremo neppure alcun rimborso, né delle scuse). Cornuti e mazziati. E a proposito di treni, Moretti sta gestendo la faccenda con un’arroganza tipica del potente italiano. Siamo passati soltanto da “Il popolo non ha pane? Che mangi brioche!” a “I treni sono in ritardo abissale? Ma voi dovete portarvi panini, acqua e coperte!» E pure stufetta e canadese, che dici? Dopo questa uscita “infelice” Moretti dovrebbe piazzarsi sopra dei binari e aspettare che un treno lo investa: chissà se almeno lui riesce a suicidarsi in orario.
Altro che fascismo, quando c’era lui, almeno, i treni arrivavano in orario.