Hanno acceso un fiammifero alla Bocconi: un ordigno con un chilo di esplosivo (secondo gli artificieri, due secondo gli attentatori, ma ormai al giochino dei numeri dovreste essere abituati) programmato per detonare a notte fonda in un tunnel chiuso. Fosse scoppiato, sarebbe stato un fuoco d’artificio, ma niente più, un’azione dimostrativa, appunto.
Roberto Maroni tranquillizza: «Non sottovalutiamoli» E certo, Bin Laden, prima di mandare gli aerei veri contro le Torri Gemelle, come gesto dimostrativo si scagliò con una bici. Ha fatto una telefonata il giorno prima per avvisare, e solo allora ha mandato i kamikaze.
E la meravigliosa Maria Stella Gelmini, che non ha ancora capito cosa fa di mestiere, ha capito però cosa c’è dietro all’attacco: «Un atto di criminalità politica» ed evoca i fantasmi degli anni Settanta (ha un bravo suggeritore, tranquilli).
Fortunatamente le cose stanno diversamente, come dicono il rettore Guido Tabellini, il prefetto e il sindaco Letizia Moratti (e se lo dice lei, pensate un po’).
Il clima degli anni Settanta non c’è. Qui ci sono semplicemente due parti del Paese, perlopiù pacifiche e non squilibrate, che semplicemente non si parlano. Per i portatori della finta concordia (i vari tessera P2 Cicchitto, i vari falchi che parlano da colombe Gelmini, ecc) è meglio che queste due parti continuino a beccarsi, perché più si beccano e meno capiranno che Silvio Berlusconi e la sua banda di ladroni ci sta prendendo in giro.
Dunque tutto fa brodo per la causa: un fiammifero costruito male (e già qui siamo nel ridicolo) viene spacciato per bomba atomica e si urla ai propri supporter “ehi, ecco i comunisti, i terroristi”, e via, ci siamo guadagnati un altro mese di governo. Poi magari arrivano i terroristi veri, quelli esasperati dal fatto che questo governo non risolve i loro problemi, che non hanno un lavoro, eccetera, e mettono una bomba, seria, non dimostrativa, e uccidono.
Ma tanto peggio, tanto meglio: non solo guadagniamo qualche altro mese di governo, ma possiamo pure varare leggi speciali per limitare le libertà personali.