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Blasfemia? No, business as usual

L’impressione è che la scena di Neri Marcorè che satireggia su Paola Binetti non abbia dato fastidio tanto per i contenuti presunti blasfemi (perché su ben altre cose la Chiesa ha lasciato correre), quanto perché il “Casini nostro” ha toccato nervi che potrebbero piacere poco all’audience, ovvero, ad esempio:

Ecco, insomma, riesumare in così poche battute alcune (pochissime) magagne vaticane (ce ne sono di ben peggiori), buttarle in faccia agli italiani toccando proprio lì dove fa più male (al portafoglio) è pericoloso (l’italiano è buono e caro, ma se si incazza… Mussolini docuit).

E allora si minaccia, si urla alla blasfemia, si incute paura nello spettatore (nella migliore tradizione cattolica – la religione dell’amore, certo, come no) e, perché no, si mandano i segnali giusti alle persone giuste…

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