Siamo ormai alla fine della terza ora di dibattimento sul lodo Alfano (che sto seguendo su Twitter) e il dibattimento è finito. La mia impressione è la seguente: potrei non sapere se esistono ragioni valide per approvare il lodo, ma sicuramente gli avvocati di Berlusconi non ne stanno tirando fuori di decenti.
Le tesi portate sono:
- Niccolò Ghedini: la legge è uguale per tutti, ma non lo è la sua applicazione. Il che è evidentemente falso (è la legge stessa a dire come va applicata, e l’applicazione è uguale per tutti). La frase ricorda sinistramente l’orwelliana “Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri”;
- Piero Longo: il lodo Alfano aggiunge un’ipotesi di legittimo impedimento. Un legittimo impedimento è, ad esempio, la malattia. Qual è la differenza? Che se sei malato non puoi neanche fare il premier e non puoi neanche andare a processo fin quando non ti passa la malattia. Ancora, se sei malato non puoi andare con Patrizia d”Addario; e se tu lo facessi dimostreresti di avere anche il tempo di andare in tribunale. La tesi di Longo non sussiste;
- Gaetano Pecorella (secondo me il genio della situazione): la legge elettorale (che è una legge ordinaria) ha cambiato lo status del presidente del Consiglio, che oggi non è più un primus inter pares. Pecorella però dimentica che la Costituzione dice l’esatto contrario, e la Costituzione prevale su qualsiasi situazione pur de facto creata da una legge ordinaria. De jure il premier è e resta membro di un collegio, pari agli altri ministri (il titolo III sezione I della Costituzione è sufficientemente chiaro, a mio avviso).
Dopo i tre dell’ave maria ha Glauco Nori, avvocato dello Stato che ha preso le difese di Silvio Berlusconi in quanto premier (lui in teoria dovrebbe difendere la legge, ma noi sappiamo già che non è così).
Alessandro Pace, avvocato della procura di Milano, aveva chiesto di intervenire nel dibattimento, ma la Corte non glielo ha concesso. In conclusione, al dibattimento hanno partecipato solo quattro avvocati pro Berlusconi, e questo non lascia ben sperare.
Il dibattimento si è quindi concluso, adesso toccherà ad altre questioni. Nel pomeriggio sapremo se la Corte ha preso una decisione sul lodo o se rinvierà la decisione a domani, altrimenti a due settimane da oggi.