Il Foglio ha dato in pasto ad un algoritmo i discorsi delle candidature di Dario Franceschini, Pierluigi Bersani e il manifesto elettorale di Ignazio Marino: più una parola è ripetuta, più quella parola appare grande nella nuvola disegnata dall’algoritmo.
Il risultato è piuttosto scioccante.
- Le due parole più pronunciate da Pierluigi Bersani sono “Partito” e “Politica”;
- Dario Franceschini ha principalmente parlato di “Partito”, mentre le altre parole maggioritarie sono varie (politica, lavoro, mondo);
- Le parole di Ignazio Marino sono, invece, “Persone” e “Paese”, seguito poi da “Partito”.
L’omogeneità delle nuvole di Bersani e Franceschini mi lascia perplesso: è come se la differenza fosse non tanto sulla concezione della politica, quanto su chi sia il loro papà. D’Alema o Veltroni?
Il fatto che Marino parli tanto di persone e di paese, prima che di partito, non può che riempirmi di speranza. Il partito deve essere delle persone e non dell’apparato. Il partito è un mezzo, e non il fine.
Qualcuno se lo dimentica troppo spesso.
via | Metilparaben