Ascoltavo stamani alla radio [non so quale magistrato di pace] che si lamentava della scarsa visibilità data allo sciopero dei giudici di pace, che comincia oggi per terminare sabato (sui giornali di oggi pare sia presente solo su Il Sole 24 Ore). Raccolgo quindi l’appello e do una mano.
In sostanza, i giudici di pace sono stati “vittime” di una riforma che ha enormemente ampliato la loro giurisdizione (non ultimo il reato di clandestinità recentemente introdotto), ma che non è stata accompagnata da una riforma organizzativa, pur promessa da Angelino Alfano (sub-ministro della giustizia) a settembre 2008. Insomma, visto che ormai i giudici di pace fanno un sacco di cose come quando ne facevano poche, c’è il concreto rischio che la loro attività venga ad ingolfarsi (specialmente dopo l’introduzione del reato di clandestinità, che non fa mai male ricordarlo).
Quindi non andate dal giudice di pace questa settimana perché non troverete nessuno: da lunedì prossimo l’attività dei giudici tenterà di recuperare le “cause perse”. Almeno fino al prossimo sciopero previsto per ottobre, di due settimane.