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Tra le notizie curiose che ogni giorno riportano i giornali, c’è anche questa: “Citazioni inventate su Wikipedia e i media di tutto il mondo ci cascano.” Essendo personalmente “coinvolto” sull’enciclopedia, avrei il dovere morale di fare chiarezza.

I fatti: sulla versione in lingua inglese di Wikipedia, un tale (irlandese) ha pensato bene di provare qualcosa. Come molti sapranno, su Wikipedia c’è la possibilità di inserire i propri contributi; se confermati da fonti, tanto meglio. Da poche ore era morto Maurice Jarre, compositore e 3 volte premio Oscar (diverse le nomination). Ovviamente su quella voce i contributi si sono moltiplicati e tra le varie aggiunte compare questa: One could say my life itself has been one long soundtrack. Music was my life, music brought me to life, and music is how I will be remembered long after I leave this life. When I die there will be a final waltz playing in my head and that only I can hear. “Quando morirò nella mia testa suonerà il mio ultimo valzer, che solo io potrò ascoltare”. Una bella frase ad effetto. Ottima come epitaffio di Jarre.

A cascarci sono in molti, tra cui la Reuters e il blasonato The Guardian. Quella citazione è un falso. Inserita il 30 marzo alle 02:29, viene rimossa una prima volta alle 11:51. Un paio d’ore dopo, lo stesso IP irlandese (86.42.227.123) reinserisce l’edit (ore 14:13) che, dopo un giorno, (15:07 del 31) viene tolto nuovamente da un utente (registrato), sicuramente più diligente – tanto da motivare la sua modifica con “citazione senza fonte alcuna” -.

Nemmeno un paio d’ore e l’IP (il numero che identifica la provenienza del contributo, detto in termini molto generici) riscrive ciò che gli era stato cancellato, ma resta appena 6 minuti. In circa 35 ore di presenza, quella cavolata ha ingannato un bel po’ di gente (e la giornalista non l’ha mica scritto…).

Ad ogni modo, il creatore del falso “quote” esce oggi allo scoperto, vantandosi del proprio gesto. Per farla breve, credeva di fregare qualche boccalone (vandalizzando con cognizione di causa? Bluffando? Trollando, come si dice in gergo?) con la sua “provocazione”, invece l’ha “messa in saccoccia” a testate molto lette, ree di non verificare in maniera completa le informazioni che l’enciclopedia offre.

Ma nessuno ha riportato che i vandalismi (di tali si tratta) comunque sono stati rimossi in maniera relativamente rapida (per quanto non sia servito; ma vi assicuro che è unamanamente impossibile verificare ogni singola modifica che si presenta ogni minuto: opera difficile già per la versione italiana, figurarsi per quella inglese!), che Wikipedia non dev’essere un esperimento sociologico (per potenziali sfigati?) perché si presume che, per costruire un’enciclopedia collaborativa, ci voglia buon senso e volontà di fornire conoscenze ad altri, non di creare fregnacce scritte ad hoc al fine di prendere per il culo il prossimo. E in più chi ci scrive e controlla i contributi mica è pagato.

Qualcuno reputa giusto dare importanza a chi crea volontariamente un danno, utile al proprio ego. Mettendo in discussione, ancora una volta, sia la buona fede di chi consulta l’enciclopedia, sia l’affidabilità, in questo caso, di Wikipedia.

“Il mondo è vario”: fin quando qualcuno userà le possibilità che gli si offrono per garantire pubblicità al proprio tornaconto, o per testare la veridicità (soggettiva) di talune informazioni, sarà difficile convincere l’opinione pubblica del contrario.

In proposito, alcuni giornalisti (presumibilmente laureati e impiegati) dovrebbero essere esaurienti. Invece lasciano spazio a ricostruzioni (soggettive) davvero vaghe.

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