È tragico fino a sembrare divertente quanto è accaduto a Piero Ricca, il signore che qualche anno fa chiese gentilmente al «buffone» (nick name di Silvio Berlusconi) di farsi processare, che per questo fu processato e quindi assolto.
Ricca è stato invitato dalle forze dell’ordine a pagare una multa di seicento euro o, in alternativa, a farsi processare. Il reato che gli è stato contestato è quello di riunione non autorizzata.
Qualche tempo fa aveva messo in scena uno speaker’s corner in piazza della Scala a Milano, mentre in quella stessa piazza giungevano VIP di vario tipo per festeggiare il centenario della Mondadori. In altre parole, Ricca è andato in piazza della Scala, si è messo su uno sgabello e ha detto ai passanti che Mondadori è stata acquistata dal gruppo Fininvest grazie alle tangenti pagate da Cesare Previti per conto di Berlusconi (Previti è stato condannato in via definitiva per questo, ricordiamolo). Altre sette persone, intanto, distribuivano dei volantini che riassumevano la losca vicenda dell’acquisto della Mondadori da parte di Berlusconi. Tutte cose rigorosamente vere.
Risultato: trascinati da un plotone di agenti di polizia in questura, ivi trattenuti, schedati e quindi rilasciati. Arrivederci in tribunale.
Il reato contestato è quello all’articolo 18 ((Che non mi risulta essere stato modificato da successive leggi repubblicane.)) del Testo Unico delle Leggi sulla Pubblica Sicurezza (TULPS), emanato con Regio Decreto da Vittorio Emanuele III nel 1931 sotto la dittatura… ops, dettatura di quel grand’uomo che era Benito Mussolini, un noto amante della libertà di parola.
Dura lex sed lex, ma nel terzo millennio mi sembra un po’ ridicolo. E fascista.