Questa sera a Report si parlerà della carta acquisti, nota anche come social card, uno dei fallimenti del governo Berlusconi.
Nei piani di Giulio Tremorti doveva trasferire risorse dai ricchi (banche e petrolieri, che all’epoca guadagnavano molto) ai poveri, in misura di ottanta euro ogni bimestre, resi disponibili su una carta ricaricabile.
Il nostro Robin Hood, però, ha fatto male i conti: poche settimane dopo il lancio della social card il tracollo della finanza e dell’economia che stiamo vivendo e che il nostro ministro dell’economia, che aveva previsto tutto da anni, non era riuscito ad anticipare (voi non capite la genialità di quest’uomo…).
Risultato: prezzi del petrolio ai minimi, banche in difficoltà, tanto che il governo vara i Tremonti Bond per rifornire il capitale alle banche in affanno. E la social card?
Dovevano essere un milione e trecentomila, ne sono state emesse solo settecentomila, che funzionano a singhiozzo. Richiedere la carta è un’impresa, soprattutto per coloro che sono i principali obiettivi del provvedimento, ovvero i pensionati.
Il dubbio, intanto, rimane: il ministero dell’economia già sapeva chi aveva diritto alla social card. Perché chiedere a tante persone di andare all’ufficio postale a richiederla? Perché non infilare questo bonus già nelle pensioni e nelle buste paga? Perché sprecare denaro, regalato a Mastercard, che tra l’altro succhia altro denaro grazie alle commissioni?
Tutto uno spot: Tremonti non aveva previsto un bel niente, anzi ha sbagliato tutto. Ha sprecato denaro e aggravato la situazione delle aziende colpite dalla tassazione aggiuntiva per finanziare una social card che non è mai decollata. Stasera a Report, RaiTre, ore 21:30.