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E adesso, politicanti del nulla, una volta nella vita, fate una legge prima che si finisca nell’emergenza

Eluana Englaro è morta e non ho niente da commentare a riguardo, perché non sono fatti miei.

È però un problema mio, e di ogni cittadino, credo, se siamo arrivati a questo punto. Da vent’anni si parla, nelle aule parlamentari, di leggi sulla fine della vita, sul testamento biologico e sull’eutanasia. Abbiamo avuto manifestazioni civili sull’argomento, in ogni colore e in ogni posizione. Abbiamo avuto il caso Welby. Ora abbiamo avuto il caso Englaro.

E non è stato mai fatto un cazzo.

Vent’anni per creare un quadro normativo, uno qualunque, anche uno schifoso. No, siamo dovuti arrivare all’emergenza, alla legislazione d’urgenza, alla deroga, alla corsa contro il tempo, alla legge ad personam, ai ricatti morali.

Un po’ come la crisi dei rifiuti. Un po’ come sempre, in Italia.

Che razza di Paese è, che razza di classe politica è quella che, prima di intervenire (bene o male), aspetta che la merda arrivi alla bocca?

Da vent’anni, da quando il PD era ancora il PCI e Forza Italia non era ancora nata (ma c’era il PSI di Craxi, un buon surrogato), abbiamo grosso modo le stesse persone a governare. Grosso modo incapaci.

L’Italia va a puttane. Economicamente. Culturalmente. Socialmente. Politicamente.

Nei prossimi giorni ci saranno autopsia e funerali della donna, fra poco ci godremo Bruno Vespa con uno speciale in prima serata, invece di fare rispettoso silenzio (ma è la mia opinione), vedremo i politici dire la loro, spaziando fra “L’hanno ammazzata” e “L’hanno liberata”, poi il caso Englaro sarà chiuso (una settimana, dieci giorni).

Ma non sarà chiusa la questione legislativa. Voglio vedere quanto tempo passerà prima che questi politicanti del cazzo riescano a fare una legge, si spera decente, prima che scoppi un altro caso Welby, Englaro o chi per loro. Questa è la mia sfida.

(Piccola nota a margine, chiederei alla chiesa cattolica di scomunicare i parlamentari degli ultimi vent’anni per avere permesso che si arrivasse a questo punto – Dante gli ignavi li collocava fuori dell’inferno, dopotutto – o, in alternativa, di scomunicare Dio per non avere permesso che il Parlamento italiano intervenisse con una legge per salvare la donna. Insomma, vorrei che la chiesa, una volta nella sua storia, usasse il metro della coerenza).

Scusate lo sfogo, ma me lo tenevo dentro da quando è iniziata questa storia assurda.

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