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La forza della falsità

Su YouTube ho trovato un video. Presumo messo su YouTube da qualche cinese imbevuto di dottrine del Partito. Il video elenca sei fatti per cui il resto del mondo dice cazzate. In realtà il video mostra sei cazzate, in vario modo false. Vediamolo.

  1. Il video dice: la Cina è un entità multiculturale, che comprende 56 diversità, come il Canada. Vero, ma in Canada il Quebec non viene certo invaso da cittadini di altre parti del Canada, come avviene invece in Cina dove molte diversità vengono soppresse. In Quebec ci sono forse opere di pulizia etnica come quella che il governo cinese attua da cinquant’anni in Tibet e in altre regioni cinesi (oltre che contro i cinesi dissidenti)? La risposta è no. Prima cazzata.
  2. Il video dice: il Tibet è parte della Cina da centinaia di anni. Bello. E falso: il video fa iniziare la storia già alla dinastia Yuan, che regna in Cina dal 1279 (nel 1271 viene costituita da Kublai Khan). Ma in precedenza (da 600 anni) il Tibet era uno Stato sovrano, che viene poi conquistato (insieme e prima della Cina) da Gengis Khan e come tale entra a far parte dell’immenso impero mongolo. Ma già pochi decenni dopo, il Tibet si era bello e liberato dal dominio mongolo (1358), mentre i cinesi si sarebbero liberati solo nel 1368, con la nascita della dinastia Ming. Da questo punto storico i cinesi (moderni) rivendicano il Tibet, ma è come se l’Italia di oggi rivendicasse l’antico impero romano. Insomma, tutte le scuse sono buone per fare propaganda. Il video passa poi alla dinastia Qing, dimentico del fatto che i Mongoli, ritornando in Tibet nel 1642, imposero che sul Tibet governasse il Dalai Lama. Da allora i cinesi hanno sempre garantito al Dalai Lama di governare il Paese. Fu poi il Dalai Lama ad accettare di essere personalmente fedele all’imperatore Qing: caduta la dinastia, sarebbe caduto anche il legame che univa il Tibet alla Cina. Fino al 1865, infatti, i cinesi ebbero un potere solo nominale sul Tibet, quando i tibetani si liberarono totalmente. Nel 1910 la Cina invade il Tibet a causa dell’ingerenza britannica, costringendo il Dalai Lama ad una prima fuga. Ma già nel 1912 i tibetani cacciano i cinesi, e nel 1913 proclamano ancora l’indipendenza, confermata ancora in molti altri trattati internazionali successivi. Ma intanto è caduta anche la dinastia Qing, ed è iniziata la rivoluzione cinese. Per alcuni decenni il Dalai Lama governerà indisturbato. Poi ci sarà l’invasione cinese, di cui già sappiamo. Ecco dimostrato che dire che il Tibet è sempre stato cinese è una gran cazzata: ancora, è come dire che la Libia è sempre stata italiana, visto che è stata “italiana” con l’impero romano e poi con Mussolini. Il resto della seconda parte è una serie di idiozie, basate sulle cretinate precedentemente esposte e che ho appena confutato.
  3. Il video dice: i britannici entrarono in Tibet, e trattarono gli indigeni come schiavi: falsissimo! Nel 1904 gli inglesi invadono il Tibet, ma lo abbandonano già nel 1906. E nel 1914 l’India britannica aveva espressamente accettato l’indipendenza del Tibet. Le foto della schiavitù sono patetiche e prive di senso: quelli sono tibetani normali, il Tibet era ancora governato con il feudalesimo, e gli schiavi c’erano, come ci furono ai tempi di Carlo Magno. Il video vuole far credere che i cinesi hanno liberato i tibetani dagli inglesi, ma è una falsità: i tibetani erano già liberi ufficialmente per gli inglesi dal 1914, e la loro libertà era all’interno di un sistema feudale, con tanto di schiavi. E infatti, subito dopo…
  4. Il video dice: prima dell’arrivo dei cinesi in Tibet c’era un sistema feudale fondato sulla schiavitù. Ma come, non erano stati i britannici a rendere schiavi i tibetani? Il video, dunque, si contraddice? Divertente, ma falso. Il video poi dice che il Dalai Lama protesta perché ha perso il privilegio di percuotere i propri sudditi. Niente di più falso: è vero che il Tibet era ancora nel Medioevo (ma come ci ha fatto capire la guerra in Iraq, non si può esportare il progresso), ma è anche vero che già dal tredicesimo Dalai Lama il Tibet stava rinnovandosi. L’opera sarebbe stata continuata dal quattordicesimo e attuale Dalai Lama, come ci ha raccontato Harrer in “Sette anni nel Tibet”, che aveva incontrato quel bambino sveglio e curioso, che voleva sapere tutto del mondo occidentale e delle sue meraviglie, come il cinema. Ma i cinesi lo hanno impedito.
  5. Il video dice: il Dalai Lama riceve fondi dalla CIA per separare il Tibet dalla Cina. Mettendo da parte il fatto che il Dalai Lama, da diversi anni, chiede solo che i tibetani abbiano un po’ di autonomia, giusto per essere liberi di essere tibetani e non cinesi, di pregare come vogliono, senza vedere i propri luoghi sacri profanati dai turisti e dai sexy shop, a parte tutto questo, la storia puzza tanto di complottismo, che il video sbandiera senza prove e mostrando la copertina di un libro cinese e delle foto che a me non dicono niente. E tra l’altro, mi sa che la CIA ha ben altro da fare in Afghanistan e Iraq, con Al Qaeda in giro…
  6. Il video dice: il governo cinese spende 40 milioni di dollari l’anno per lo sviluppo del Tibet. Vero, ma quello che non dice è che il governo cinese costringe i cinesi ad andare ad abitare il Tibet, che i tibetani vengono sterminati o assimilati, che insomma è in atto un vero e proprio genocidio. I soldi del governo cinese finiscono tutti ai cinesi che vi vanno ad abitare. Ai tibetani non rimane niente, e hanno qualche beneficio solo se accettano di diventare cinesi.

Il video prosegue poi rammentando altri popoli che reclamano l’indipendenza: irlandesi, scozzesi in Gran Bretagna, una fantomatica “libera Repubblica del Texas”, indipendenza del Quebec in Canada, indipendenza di alcune isole del Giappone. Ci aggiungo io la Padania in Italia. Il video, ovviamente, non ricorda che in tutti questi Paesi non c’è oppressione (se non contro i terroristi), né tantomeno è in atto un genocidio, come invece è in Cina contro tutto il popolo cinese, tibetani e non. Scorrono poi immagini delle rivolte tibetane, ovviamente non mostrando altre immagini, come quelle delle opere di repressione dei soldati cinesi.

Poi ancora un attacco all’Occidente, che non deve ingerirsi di fatti interni. Peccato che il trattato ONU, firmato dalla Cina, preveda il rispetto dei diritti umani. Diritti umani che la Cina costantemente calpesta e questo checché ne dicano gli USA, che hanno cancellato la Cina dalla lista nera, in cambio dei dollari cinesi: io ti cancello dalla lista nera, e tu mi dai tanti bei soldini. Questo non è un fatto interno: tutto ciò che è umano interessa agli altri uomini, lo diceva già Terenzio, due millenni fa. Ma i cinesi, dietro il Grande Firewall, non ne potranno mai sapere: il governo controlla i media, censura Wikipedia, YouTube e tutto quanto dia informazione non controllabile dal regime.

Proseguono, poi, nel video, ancora vaneggiamenti e nazionalismi, oltre che insulti al resto del mondo.

Se questo video vi fa ridere per le scemenze che dice, sappiate che per centinaia di milioni di cinesi, quella è l’unica verità che potranno mai conoscere. Che quel video è per noi occidentali, per incuterci paura, perché se diciamo quelle cose ai cinesi, essi ci rideranno in faccia. Nessun cinese ricorda quanto è successo in piazza Tian-an-men. Chi se lo ricorda, è morto.

E intanto la Cina cresce, si espande economicamente in tutto il mondo, un po’ con il dumping dei suoi prodotti, un po’ comprando i debiti dell’Occidente, un po’ con manovre economiche scorrette (la moneta cinese subisce quotidianamente manipolazioni per evitare l’inflazione, impoverendo la popolazione) e un po’ sorridendo, dicendo quanto loro sono belli e liberi.

Sembra il 1984.

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