Brunetta, da qualche tempo a questa parte, pubblica e aggiorna un grafico che mostra l’andamento dello spread durante gli ultimi X giorni del governo Berlusconi contro i primi X giorni del governo Monti. La notizia è che Brunetta compie un altro passo, che avrebbe del comico, se non fosse che Brunetta era ministro ed è ancora deputato della Repubblica (se non erro): il nostro genio calcola la media aritmetica dello spread in tali X giorni, mostrando che lo spread medio di Monti è sempre più alto di quello di Berlusconi. Per cui Monti fa peggio di Berlusconi. TA-DAH!
Ma, come ben sappiamo, una cosa è la matematica, un’altra la realtà. E Brunetta fatica in entrambi.
La matematica non è un’opinione, ma il modo di esporla sì: l’ho dimostrato bonariamente con questo giochino qualche mese fa. Non è molto difficile prendere in giro la gente (specie quella tendente all’analfabetismo strisciante, come l’italiana) con i numeri, e lo sappiamo. È quello che, nella migliore delle ipotesi, fa Brunetta: fare la media dello spread è matematicamente corretto, ma economicamente ha senso come accendere il fuoco con la bava di gnu sciacquata d’urina di pesce, costruire una rete di satelliti per il GPS intorno a Marte, magari a pedali, bere Oceano Indiano e aspirina.
Non ci vuole un genio per vedere che con Berlusconi lo spread sale, con Monti scende. Con Berlusconi le cose vanno peggio, con Monti le cose vanno meglio. Brunetta allora, sempre nella migliore delle ipotesi, è un pessimo in quanto disonesto economista, ma un bravo animale politico, perché la media dello spread di Berlusconi, man mano che si va indietro nel tempo, cala e calerà sempre: anche se Monti potesse andare avanti per lo stesso periodo di tempo del governo Berlusconi, non potrà mai riportare lo spread ai livelli del 2008, quando era decine di punti base sotto i 100. Brunetta (sempre nella migliore delle ipotesi) sa che la sua statistica non ha senso; Brunetta sa che sotto Berlusconi le cose andavano peggio (per l’Italia, mica per lui e la sua combriccola); ma Brunetta sa anche che i suoi elettori, o almeno il gregge, sono analfabeti (per fortuna ce ne sono sempre meno, stando ai sondaggi) che godono a bere ogni cretinata purché soddisfi il loro bisogno di non pensare, insieme al bisogno di tifare, di sentirsi vincitori, anche a costo di rendersi più poveri e di rendere miserabile la vita dei propri figli, come in effetti hanno fatto. E Brunetta partecipa a questa orgia di idiozie e slogan, tentando di darsi un’aria da saputello (ma dopo i suoi grafici la sua credibilità professionale è crollata al punto che in un Paese normale non troverebbe lavoro manco come assaggiatore di gomme attaccate ai marciapiedi).
Ma forse ce l’ho troppo con Brunetta. Forse non è cattivo. Forse non sta prendendo in giro la gente volutamente. Lui crede sinceramente che quel grafico che pubblica ogni tanto abbia un senso. E allora voglio proporre una petizione perché a Brunetta venga riconosciuta almeno l’abnegazione con cui porta avanti la sua idea bislacca. Un Nobel è troppo poco.
Diamogli direttamente la Svezia.
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