Una è il pareggio di bilancio: non che sia cosa cattiva, ma preferisco un piccolo deficit se questo serve a dare un piccolo boost all’economia. Il pareggio di bilancio a suon di aumenti di tasse e tariffe è il male perché ci porta in depressione.
La seconda è il condono, che continua regolarmente a riemergere, senza che nessuno ricordi che il condono è parte del copione della tragedia greca, se consideriamo che la rinuncia da parte della Grecia a pretendere le tasse che le spettavano a furia di condoni (l’ultimo alla vigilia del crack, appunto) è uno dei missili che hanno distrutto le finanze e l’economia elleniche. Un altro missile sono i conti pubblici falsificati, che noi non abbiamo, per quanto ne sappiamo. Ma qualcuno già insinua il contrario.
Lo spread oggi è risalito a 391.
Intanto la Francia continua a sovrastimare la propria forza, il che significa che si sta rendendo sempre meno cosciente dei propri problemi. In altre parole, le cose in Francia stanno andando peggio del previsto e questo si ripercuote sui salvataggi dei PIIGS, che diventano sempre più costosi. E più impossibili. Informate Lupi, Ferrara e gli altri analfabeti che i rally al rialzo sono tipici di mercati che non hanno ancora raggiunto il fondo.
Il problema italiano non è solo top-down (dalla politica al Paese reale), come in tanti Paesi del mondo, a cominciare da quelli europei, ma è, più tragicamente, anche bottom-up (dal Paese reale alla classe dirigente anche non politica), il che rischia, semmai riuscissimo ad avere dirigenti assennati, di tagliare le gambe alle riforme necessarie in nome di una vendetta che si ripercuoterà non certo sugli “speculatori” (che non esistono) né sul’1% (che al massimo rinuncerà a uno yacht), bensì sul rimanente 99%.
Il male italiano risiede nell’analfabetismo economico [chissà quanti dei centomila sapevano cos’è la domanda aggregata]. Quod erat demonstrandum.
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