Cominciano pure le megafregnacce. No, NO NO NO! all’estero non le spostano alla domenica, o meglio al massimo alla domenica spostano le festività religiose. Ma per il resto… la festa nazionale in Francia è sempre il 14 luglio, il giorno dei veterani è l’11 novembre, il giorno della vittoria è l’8 maggio, il primo maggio è… il primo maggio (e il lunedì di Pentecoste è festivo e capita di… lunedì). In Germania, al netto delle feste regionali, la festa nazionale capita il 3 ottobre e il primo maggio… è sempre il primo maggio, inoltre il venerdì santo è festivo (e capita di venerdì), idem dicasi per il lunedì di Pentecoste. Negli USA il Thanksgiving lo festeggiano di domenica? No, di giovedì, l’ultimo di novembre. Il Luther King’s Day, il Veterans’ Day, il Presidents’ Day e molte altre, capitano di domenica? Una sega, capitano di lunedì. Fanno eccezione il 4 luglio, che capita sempre il 4 luglio in quanto festa nazionale (o viceversa, a piacere) e il primo maggio… che capita il primo lunedì di settembre (segna la fine delle vacanze e il ritorno al lavoro… son mica comunisti in USA). Ho poca voglia di vedere gli altri Stati, ma mi sa che accade lo stesso: quasi sempre l’unica festività che cade di domenica è la domenica.
E veniamo all’Italia.
Considerando che Capodanno (che pure sarebbe festa cattolica, tecnicamente) non lo puoi spostare, le uniche feste “mobilizzabili” alla domenica sarebbero la Liberazione il 25 aprile, i Lavoratori il 1 maggio, la Repubblica il 2 giugno (e fra le tre di mobile ne vedo una sola, ne parliamo fra un attimo). Non essendo feste fasciste (anzi) il governo sarebbe ben felice di togliersele dalle scatole. Si lavorerebbe tre giorni in più dicono, ma ci sarebbero anche tre giorni di consumi in meno. Vale la pena? Imho no, si tratta di festività che capitano proprio nella porzione dell’anno più proficua per molti settori di cui l’Italia campa, e comunque non garantirebbe un aumento della produttività (è un po’ come curare un tumore col pinzimonio).
In un’Italia migliore noi potremmo toccare pure le festività religiose. E toglierne di mezzo qualcuna, ovvero Ferragosto, Ognissanti e Immacolata Concezione, sostituendole con altre civili e sistemate in modo più razionale nel calendario.
Le altre (tranne due) si potrebbero spostare ad un certo lunedì del mese (mi spiace per i barbieri…), in modo da fare sempre un weekend lungo (ciò permetterebbe di pianificare le minivacanze, con piacere di albergatori, ristoratori e altri compari del settore turistico), ma evitando i megaponti e soprattutto di spezzare una settimana lavorativa quando una festa capita di martedì, mercoledì o giovedì (e già questo sarebbe un boost per la produttività che l’ISTAT muore quando la rileva).
Il mio calendario delle festività sarebbe grossomodo così:
- Capodanno (1° gennaio)
- Epifania (6 gennaio, o meglio ancora primo lunedì non festivo di gennaio, ovvero fra il 2 e l’8)
- Lunedì dell’Angelo
- Festa della Liberazione (ultimo lunedì d’aprile)
- Festa dei Lavoratori (1° maggio – è una festa internazionale, non ha senso festeggiarla ad capocchiam)
- Festa della Repubblica (2 giugno – questa è LA festa nazionale, come il 4 luglio o il 14 luglio)
- Ferragosto (15 agosto – festa che non ho mai capito)
- Festa dell’Unificazione d’Italia (ultimo o terzultimo lunedì di settembre – un caro saluto a chi indovina perché)
- Festa dell’Unità Nazionale (primo lunedì di novembre)
- Natale
- Santo Stefano
A me pare molto più razionale e civile. Per cui è irrealizzabile, dunque o resterà tutto com’è o sarà una ciofeca come tutto il resto della mmmmm-manovra.
Photo credits | Stinkie Pinkie