Questa storia va fatta girare assai: non è possibile minacciare la gente per avere detto la verità, specie quando si tratta della salute della gente.
Riassunto: su un piccolo blog si parla di omeopatia, affermando che praticamente i farmaci omeopatici (tra cui quelli d’una multinazionale) sono acqua fresca. Anzi, neanche praticamente: già dopo poche diluizioni di principio attivo non c’è proprio traccia neanche a livello atomico. La multinazionale (la Borion… voglio dire, la Boiron, che tra l’altro è la prima ad ammettere che i suoi farmaci sono praticamente acqua fresca) minaccia il provider affinché questi chiuda tale blog. Si parte dalla minaccia perché in tribunale una cosa del genere farebbe molto «pensavo fosse la nipote di Mubarak!», e la si fa al provider, perché non solo è più facile, ma è anche più morbido rispetto a un blogger (il quale, per prima cosa, farebbe sapere all’universo di questa cosa, diversamente da un provider senza spina dorsale che spegne tutto e buonanotte).
Da qui alla fine della libertà di parola grazie al potere del denaro il passo si fa veramente brevissimo. La moda del cease and desist va lasciata negli USA, dove la giustizia è amministrata un po’ meglio che qui (o quanto meno, i processi non finiscono quando sono morti i pronipoti dell’imputato).
(La mafia gli fa veramente un baffo a questi…)
(E dire che non ce l’ho neanche con l’omeopatia, in fondo ogni malato è libero di essere scemo quanto gli pare e pagare l’acqua fresca a peso d’oro: sono favorevolissimo a “tassare la stupidità”, come dice Paolo Attivissimo).