Una sciocchezza con errori grammaticali (comuni anche a traduzioni in altre lingue, a quanto pare).
In primo luogo, io non sono milanese, ci vivo soltanto, a Milano: quelli di eBay hanno preso la mia provincia e mi hanno inviato la mail personalizzata. Per quanto ci viva ormai da anni, parte della mail mi è risultata incomprensibile e pertanto inutile (anche perché è difficile trovare del milanese scritto, e già quello parlato, che mi è più familiare, non è che sia troppo semplice). Avrei capito se l’oggetto della mail o il titolo fossero stati in dialetto (sarebbe stato pure spiritoso), ma in versione integrale è inutile, e anzi mi ha fatto pure un po’ irritare, perché io sono prima d’ogni altra cosa italiano. Perché non mandarmela in mandarino, a ‘sto punto?
In secondo luogo, specialmente per Milano e la Lombardia esistono dialetti a palate che spesso neppure si parlano (a volte neppure si scrivono, ricordo il caos che scoppiò quando si lanciò una Wikipedia in lingua lombarda, lingua che non esiste granché se non attraverso ramificazioni – orobico, insubre, meridionale – che presentano peculiarità abbastanza profonde): già se penso a un milanese e a un bergamasco che discutono, immagino occorra un terzo che traduca per assicurare una comprensione completa (( Per la cronaca, io ho rinunciato a capire il bergamasco parlato. )) . Per cui se un disgraziato bergamasco ha ricevuto la stessa mail ha buone probabilità di trovarsi appena un po’ meglio di me. (( Non parliamo poi dell’ortografia, scoppiano altre guerra di religione. ))
Mi chiedo poi che sarebbe successo se me l’avessero mandato nella lingua della mia zona (ebbene sì, in Italia ci sono più lingue, come il piemontese, il napoletano, il sardo, eccetera – il milanese no, non è una lingua): forse avrei capito qualcosa di più, ma per qualche punto avrei dovuto chiedere a mio padre di tradurla (specialmente se, come è lecito aspettarsi, l’avessero mandata sì nella “mia” lingua, ma non nel “mio” dialetto).
E se fossi stato albanese, rumeno o nigeriano e stentassi con l’italiano?
Per carità, salvaguardiamo i dialetti e tutto quello che volete (( In tutta sincerità, io spero che un giorno tutti parlino almeno una lingua comune, forse riusciremmo a capirci un po’ di più. )) : ma queste sono cose che vanno fatte, che so, in una scuola (purché sia per scelta e non rubi tempo all’italiano – ricordo che alle medie seguii un corso pomeridiano in cui leggevamo scritti in lingua) o a casa, con il nonno o il papà che insegna la lingua ai discendenti.
Ma inviare mail a caso, solo in base alla provincia, è uno spreco di soldi e di tempo (loro e mio). Come ho già detto, avessero inserito semplicemente un motto, un titolo: «incuntra il venditur a Milan, l’è gratis», avrei sorriso. La lettera integrale, invece, è finita direttamente in archivio, come se un russo mi avesse scritto in italiano via Google Translate.