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Che c’azzecca il debito privato?

Stavo scrivendo due righe sul fatto che il governo italiano ha ottenuto di considerare il debito privato fra i parametri di Maastricht. Avevo pensato ad una bella metafora con cui iniziare il pezzo: c’è un padre indebitato, la banca lo chiama per discutere della sua disastrosa situazione finanziaria e il padre risponde che non c’è problema perché il figlioletto ha un sacco di monetine nel suo salvadanaio.

Mi sono fermato poiché nel frattempo ci ha scritto su Mario Seminerio, con un bell’articolo su Epistemes, compresa la metafora del padre e del salvadanaio (fa comunque piacere sapere che riesco a raggiungere l’iperuranio metaforico degli economisti 🙂 ).

Quindi riassumo la questione per sommi capi e in termini semplici come da missione di questo blog per poi rimandare all’articolo di Phastidio. Ho già scritto più volte che per tagliare i debiti ci sono solo due modi: tagliare le spese e/o aumentare i guadagni (ovvero alzare le tasse). Il fatto che le famiglie italiane siano poco indebitate è cosa abbastanza irrilevante: il figlio della metafora di cui sopra potrà pure avere un grosso salvadanaio, ma non è certamente sufficiente a risolvere il dissesto finanziario creato da anni e anni di sperperi.

Il risparmio privato non ha molta incidenza sulla sostenibilità del debito pubblico: il massimo che puoi fare, tu Governo, è andare nottetempo in banca e prelevare un tot da tutti i conti correnti degli italiani, così come il papà tira fuori soldi dal porcellino mentre il figlio dorme. E non dite che è impossibile: lo fece Giuliano Amato nel 1992, con l’avallo della Corte Costituzionale. E sapete come andò a finire? Che nonostante Amato avesse prelevato dai nostri bancomat qualcosa come 30000 miliardi di lire, dovette comunque predisporre una legge finanziaria per l’anno successivo da 100000 miliardi di lire, una roba paurosa.

E i problemi dell’Italia sono stati risolti? Se stiamo ancora discutendo di queste cose la risposta è ovviamente no. E perché no? Perché non solo l’Italia da 15 anni (e più) non cresce, ma da 10 anni sta aumentando enormemente la spesa corrente (quella meno utile) e quindi il debito a fini non produttivi nel lungo termine. E sia chiaro: con la notevole eccezione del governo Prodi del 2006, quando il debito scendeva.

Insomma, il solito governo Berlusconi-Tremonti, un duo sempre più incapace di guidare un Paese, ha puntato ancora una volta sulla propaganda invece che sui fatti (tipo questi). Pensateci: secondo voi i mercati finanziari, prima di qualche giorno fa, non sapevano che l’Italia aveva tanto risparmio privato? E se lo sapevano (e lo sapevano) perché ci hanno messo nei PIIGS? Perché siamo un Paese tanto a rischio?

In pochissime parole, rispetto a prima non è cambiato niente, continuiamo a sguazzare nella fossa biologica di Arcore. Ma il nostro Caro Leader Berlusconi aveva bisogno di una falsa buona notizia per profumare un immenso campo di mer*a: italiani, tutto va bene, andate al mare. Nel frattempo Tremonti cerca di capire come non far fallire lo Stato (e chissà, magari replicando Giuliano Amato) e Berlusconi tenta di bloccare le intercettazioni perché chissà quale altro articolo del codice penale ha infranto o ha intenzione di infrangere. Ma questa è un’altra storia.

Per approfondire, rimando ovviamente a Epistemes.

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