Giulio Tremonti vuole cambiare l’articolo 41 della Costituzione (sorvoliamo sulle varie altre scemenze che il nostro ha detto, evidentemente non ha letto l’articolo 138 della stessa).
Cosa dice l’articolo, comma per comma?
L’iniziativa economica privata è libera.
E fin qui penso che Tremonti non abbia niente da dire, a meno che non voglia il KOMUNISMO!
Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
In altre parole significa che l’iniziativa economica privata non deve nuocere agli altri uomini (salvo i “danni” derivanti dall’iniziativa economica stessa, ovvero i “danni” dovuti alla concorrenza). Ad esempio, non puoi impiegare schiavi nella tua fabbrica (che poi lo si faccia lo stesso è un’altra storia), non puoi scaricare rifiuti tossici nei fiumi (ma tanto lo fanno lo stesso). Insomma, questo comma è già più o meno abolito de facto, quindi non penso che Giulio si riferisca ad esso.
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali
A quanto pare è questo il comma che più fastidio dà a Tremonti: questi lacci e lacciuoli imposti dalla Costituzione all’iniziativa privata. Basta programmi, basta controlli.
Bene, bravo, hai ragione. Ma l’articolo afferma che quei programmi e quei controlli li stabilisce la Legge. In altre parole non serve alcuna modifica costituzionale per aumentare la libertà d’impresa. Basta fare un accidenti di legge. Tremonti, se vuoi fare la rivoluzione liberale, basta fare una normalissima legge che preveda autocertificazioni, sblocchi e controlli successivi.
Basta una legge! Siete troppo impegnati con le leggi porcata per farla? Vi siete dimenticati che le leggi dello Stato servono ai cittadini tutti e non solo a Berlusconi, a corruttori, mafiosi, evasori e puttanieri?
“Ah, quindi per fare qualcosa di buono per il Paese basta una legge? Non devo modificare la Costituzione?” Bravo Giulio, ci sei arrivato, ci hai messo solo quindici anni e qualche decina di condoni!
Questa gente guida il Paese e probabilmente non ha mai letto la Costituzione (Berlusconi, data l’età, sarà fermo allo Statuto albertino). O l’ha letta e spara cazzate perché noi ci mettiamo pure a discuterci su, come io sto pure facendo.
Da leggere l’articolo di Guido Gentili, capolavoro di scemenze sul maggiore quotidiano economico italiano (figuriamoci i quotidiani minori…). Dopo avere attaccato l’articolo 41, ritenendolo responsabile di tutti i mali dell’economia italiana, Gentili dice:
L’articolo 41 riconosce e garantisce la libera iniziativa economica privata ma vieta che si svolga in contrasto con l’utilità sociale. Questo, però, è un concetto non definito, che lascia troppo margine alla discrezionalità del legislatore
Appunto, che c’entra la Costituzione? La colpa è del legislatore nella sua discrezionalità, e il legislatore può e deve correggere le sue stesse storture. Si lasci in pace la Costituzione, che è bella così com’è.
mentre i poteri autorizzativi assegnati alle amministrazioni non fanno riferimento al principio della “concorrenza”, parola che insieme al “mercato” non compare nella Costituzione.
E chissene? Concorrenza e mercato sono implicite nella parola “libera” di cui all’articolo 41 stesso. Non serve modificare la Costituzione per creare mercato e concorrenza. Servono semplicissime leggi che aboliscano un paio di centinaia di autorizzazioni, rogiti, perizie, controlli preventivi inutili, che tolgano di mezzo gli aiuti di Stato, che facciano dissolvere le corporazioni, che modifichino il fisco, potente mezzo per indirizzare l’economia dove accidenti ti pare, che rendano più onerose (prevedendo il famoso gettone) le cause civili (quindi commerciali) per chi fa causa solo per sabotare un concorrente (questo aumenterebbe la velocità dei processi e quindi la possibilità di avere giustizia nelle cause vere).
Per fare tutto questo non serve modificare la Costituzione. Basta un quarto delle energie che si stanno sprecando per fare la legge bavaglio. Ma credo che a questa gente non interessi per nulla il bene del Paese: quella di Tremonti è solo l’ennesimo raglio di una banda d’incapaci.
Non vedo l’ora che arrivi il futuro, e sui libri di storia troverò scritto: «nel 2010 l’Italia era governata da un branco di scimmie urlatrici ubriache con profondi danni cerebrali». E purtroppo la storia condannerà pure noi che queste scimmie le abbiamo elette.