Mentre vi scrivo a New York si scatena il panico: le borse sono arrivate a perdere oltre il 7%, prima di innescare un recupero che li ha portati, al momento, poco sotto una perdita del 5% (ma hanno ricominciato a perdere, tranquilli).
Per darvi l’idea dell’entità del tracollo, io ho il timore di aprire il grafico giornaliero. E penso di non farlo prima che questa tragedia non sia conclusa (ovvero fra mezz’ora).
Si tratta del primo panico che io abbia mai vissuto da trader, e devo dire che non è una cosa troppo bella a vedersi. E ho visto scossoni che non vi dico, ma mai nulla del genere. Sono movimenti semplicemente assurdi, che ti aspetti possano farli nel giro di qualche ora, e invece li vedi apparire davanti ai tuoi occhi in pochi secondi.
La cosa simpatica è che sono uscito di casa per andare a fare la spesa con un DAX 30 (l’indice tedesco) che lottava per non scendere sotto i 5900 punti (lotta a cui, come ho scritto, non credevo, perché Wall Street già dava le prima avvisaglie), e torno a casa che tocca un minimo di 5550, il tutto nella bellezza di mezz’ora. Trattasi del 6%, cui bisogna aggiungere anche la perdita della giornata (un altro punto). La volatilità è ai massimi, credo, e adesso il DAX sta cercando di rimanere sopra i 5700. Ma me l’aspettavo, come avevo twittato.
Unica nota positiva, lo S&P 500 è riuscito a non perdere i mille punti. Ma il gioco non è ancora concluso per me.
È concluso, invece, questo giovedì nero, in attesa di domani, probabile venerdi nero, visto che le borse normali (in gergo, quelle cash) europee sono state chiuse durante questo balletto.