Questo grafico che vedete qui sopra (tratto da MarketMaker di CMC Markets, cliccateci su per ingrandirlo) mostra il DAX 30 (indice tedesco). Ognuna di quelle linee verticali (rossa significa ribasso, verde significa rialzo) indica un giorno, quindi l’ultima candela a destra è quella relativa al 6 maggio 2010. La chiusura è stata a 5768 (alle 22 ora italiana).
Per darvi un’idea di ciò che è accaduto dopo la chiusura delle borse europee (circa le 17:30) ho segnalato lo spazio (quello che vale più o meno un punto percentuale) che indica fino a che punto il ribasso c’è stato durante l’apertura dei mercati cash (durante i quali, giusto per la cronaca, il nostro FTSE MIB aveva già chiuso a -4%).
Quel che è successo dopo è indicato dal resto della candela rossa e dalla lineetta al di sotto dello spazio segnalato. Potete ben capire che è un’oscillazione tremenda, roba che in un mercato normale si vede nel corso di molti giorni (potete fare agilmente un confronto, visto che ho riportato gli ultimi sei mesi). Nell’ultima mezz’ora i mercato hanno recuperato quasi tutto (prima che io abbandonassi la postazione, si era a 5850, il minimo è stato 5550, la chiusura quella che vedete).
Potete anche confrontare alcuni dei crolli più recenti, come quello di Dubai o quello di gennaio o quello della settimana scorsa, per notare che non si era mai visto niente di simile (forse neanche durante l’11 settembre 2001).
Ma sapete qual è il colmo? Secondo la CNBC il tracollo è stato causato semplicemente da un errore: le borse stavano sì perdendo non poco (circa 1,5%), quando è arrivato da Citigroup un ordine di vendita su Procter & Gamble (quello di Mastro Lindo, Dash, Gillette, Duracell, Pampers, Tampax… tutto quello che usate a casa è di P&G, per intenderci) per un quantitativo di x “miliardi”, che, pur non essendo tanto grosso, era comunque un ordine significativo. Tanto è bastato, gli altri trader lo hanno visto e prima che si riuscisse a battere ciglio si sono precipitati tutti a vendere, temendo che il signore che ha venduto x “miliardi” sapesse qualcosa che noi altri non sapevamo. Ed è stato il panico. In realtà l’ordine era per x “milioni”, un nonnulla. Per un cambio di lettera (la b di billions invece che la m di millions) c’è stato un bagno di sangue. Ma attenzione: l’errore è stato solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Come potete ben vedere dal grafico è in atto un movimento correttivo che nulla ha a che fare con l’errore: i mercati erano nervosi già da prima.
Noi possiamo solo sperare che sia così, che si sia trattato di un errore. Altrimenti, come già detto, si rischia grosso. Domani, comunque, le borse apriranno intorno a -2/3%: l’after hours di Wall Street ha segnalato un altro calo, segno che il recupero si è preso una pausa. Sempreché non sia già finito.