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La (eterna) lotta degli hacker contro la RAI

La RAI ha lanciato ormai da tempo il portale rai.tv che dovrebbe permettere di vedere la diretta dei suoi canali e l’archivio dei suoi programmi via internet. Purtroppo, però, la stessa RAI, servizio pubblico, utilizza codec proprietari che rendono impossibile la visione di tale streaming. In particolare la RAI si appoggia a Microsoft Silverlight, tecnologia che rende praticamente impossibile la visione su GNU/Linux. Il plugin Moonlight, che dovrebbe far funzionare Silverlight su sistemi Linux (a parte il fatto di essere ideologicamente sbagliato per motivi che non tratto in questa sede) almeno a me non ha mai funzionato.

Io (la mia famiglia) pago il canone e sono residente in Italia e ho tutto il diritto di vedere il servizio pubblico con qualunque mezzo a mia disposizione. Per un po’ di tempo era possibile farlo semplicemente conoscendo il link dello streaming, poi però la RAI ha stabilito che devo per forza vedere la RAI sul portale oppure in tv. La tv ce l’ho, ovvio, ma tenerla accesa dopo una certa ora disturba i miei vicini di casa (che vanno a letto piuttosto presto, avendo una bambina neonata piuttosto “piagnucolona”). Quindi vorrei vedere la RAI al pc, utilizzando le cuffie, in modo da non disturbare né i miei vicini né gli eventuali miei coinquilini. Neanche questo, però, è possibile, per le ragioni illustrate più su.

Questo non è, ovviamente, solo un mio problema, ma pure di molte altre persone, e l’intelligenza della rete si è attivata spesso contro questa ingiustizia. Ad esempio ci sono utenti che trasmettono la RAI su vari siti di streaming (che utilizzano Flash, tecnologia simile a Silverlight, altrettanto pesante ma che, almeno, funziona su tutti i sistemi operativi di questo sistema solare), rendendola visibile anche agli italiani all’estero (che in teoria non dovrebbero poterla vedere).

Altrimenti intervengono smanettoni (gli hacker, che ricordo non sono criminali informatici) che creano programmini volti a bypassare le restrizioni imposte di volta in volta dalla RAI e vedere i suoi programmi sul proprio player preferito. Una volta lo facevano alla luce del sole, ma la RAI, più e più volte, è intervenuta modificando i propri codici. Tanto che, oggi, questi hacker sono costretti a stare in semiclandestinità per rendere almeno un po’ più difficile l’opera di oscuramento della televisione pubblica. Il lavoro è immane e nuovi script vengono fuori praticamente ogni giorno.

Ciò che gli hacker fanno non è illegale (trattandosi, credo, di reverse engineering, la legge – la 633/41, modificata dalla 518/92 – lo permette esplicitamente al solo fine di favorire l’interoperabilità fra sistemi diversi, ed è questo il caso); né faccio qualcosa di illegale io, cittadino italiano nel sottoinsieme “fessi che ancora pagano il canone”, perché è mio pieno diritto guardare la RAI sul mio pc (se non erro la RAI dovrebbe essere costretta a trasmettere con qualsiasi mezzo conosciuto o quasi).

Resta però una cosa assurda che il mio handicap consista nella mia libertà di non volere utilizzare un sistema operativo (Windows) che ritengo il peggiore sulla piazza e/o nell’obbligo di utilizzare un programma (Moonlight) che oltre ad andare contro le mie personali convinzioni personali (in altre parole, una violazione della libertà di pensiero) non funziona neppure. Insomma, ciò che fa la RAI è una violazione delle mie libertà più spicciole.

La RAI dovrebbe essere servizio pubblico, non al servizio di Microsoft.

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