A Ultime da Babele, su Radio Uno, è stato invitato uno scrittore cattolico e conservatore per parlare del suo libro, conservatore e cattolico (e bacchettone, visto che mette in contrapposizione il bene e il male in modo, secondo me, discutibile – per dire, onomastico è il buono e compleanno è il cattivo, gonna per la donna è il buono, pantalone per la donna è il cattivo). Lo scrittore, però, non sapeva che il conduttore della trasmissione fosse ateo.
L’effetto è abbastanza comico: lo scrittore è andato in panico, perché non sa se ora deve tentare di evangelizzare l’infedele o promuovere il suo libro. Il conduttore, tranquillo nella sua certa incertezza, ha immediatamente tranquillizzato il suo ospite, incerto nelle sue certezze, facendogli domande sul libro senza troppi pregiudizi, e ne sta uscendo una discussione interessante (anche perché il conduttore, proprio perché incerto, sta proponendo spunti dal libro che lo scrittore non aveva inteso scrivere). Nessuno dei due sta cercando di evangelizzare l’altro, nonostante il cattolico sia, come detto, un tantinello a disagio.
Devo dire che a parti invertite, con il cattolico bacchettone a condurre, non sono certo che l’effetto sarebbe stato lo stesso. Ammesso che un conduttore cattolico bacchettone accettasse di intervistare un ateo infedele.